Nel cuore di Roma, tra le strade che profumano di storia e i vicoli che nascondono segreti, si sviluppa la vicenda di Mei, una giovane cinese alla ricerca della sorella scomparsa. Il suo destino si intreccia con quello di Marcello, un cuoco che cerca disperatamente di mantenere in vita il ristorante di famiglia, soffocato dai debiti lasciati dal padre Alfredo. Tra ostacoli, pregiudizi culturali e sentimenti inaspettati, la loro unione diventa qualcosa di più di una semplice alleanza di convenienza.
La scelta della protagonista non è stata semplice per Gabriele Mainetti, regista de La Città Proibita, era convinto che il ruolo di Mei dovesse essere affidato a un’artista marziale autentica, cresciuta nella disciplina e nel rigore. La svolta è arrivata con Yaxi Liu, scoperta quasi per caso attraverso un reel su Instagram. Il talento fisico era evidente, ma la vera sfida era capire se sapesse recitare. Il primo provino non ha impressionato: la timidezza e l’ansia giocavano contro di lei. Poi, scavando nei suoi ricordi più intimi, il regista è riuscito a tirare fuori una performance che ha trasformato una stuntwoman in un’attrice.
Per Marcello la scelta è stata più diretta. Enrico era già nei pensieri del regista dopo averlo visto nell’opera prima di Giulia Steigerwalt. Il suo sguardo, il suo rapporto con il femminile, il modo in cui nasconde fragilità dietro una maschera di forza lo rendevano perfetto. Dopo decine di provini, la conferma definitiva: Marcello aveva il suo volto.
Annibale, l’antagonista, ha trovato vita grazie a Marco Giallini. Un incontro avvenuto anni prima e una stima reciproca consolidata nel tempo hanno portato a questa scelta quasi naturale. Il regista aveva bisogno di un interprete capace di bilanciare brutalità e vulnerabilità, e Giallini ha risposto con una frase semplice e potente: “Fratello, io sono con te. Sempre”.
Anche Sabrina è stata scelta d’istinto. Prima ancora di leggere una sceneggiatura completa, ha accettato senza esitazione. La sua energia e la sua dolcezza mai ostentata hanno portato al film un’anima vera, capace di rendere ogni scena più autentica.
Il personaggio di Alfredo, invece, aveva bisogno di un interprete in grado di sostenere il peso di un fantasma. Il regista cercava qualcuno capace di trasmettere il rimpianto di un uomo che ha inseguito un sogno egoistico per amore. Luca Zingaretti ha dato al ruolo una profondità inaspettata: ogni sguardo, ogni pausa nella voce portava con sé il tormento del personaggio.
Dopo il successo Lo chiamavano Jeeg Robot e il meno fortunato Freaks out, Mainetti torna il 13 marzo con un film che si muove tra azione e sentimento, con sequenze di combattimento spettacolari alternate a momenti di intensa introspezione. I personaggi vivono, soffrono, combattono, attraversando un percorso che supera la semplice storia di vendetta e amore. La cura nel casting e la sensibilità registica trasformano questa storia in un racconto universale, capace di oltrepassare confini culturali e lasciare un segno profondo nel cuore degli spettatori.