Alla leggendaria attrice che cambiò per sempre l’arte del recitare, Elenora Duse, la Divina, è dedicato Duse, The Greatest, nelle sale dal prossimo 3 febbraio, documentario scritto e diretto da Sonia Bergamasco, regista, attrice. Come una giornalista d’inchiesta ha cercato di ricostruire, attraverso interviste e contributi storici, lo stile unico di colei che ha influenzato generazioni di attrici e attori, ispirando il lavoro dell’Actors Studio di Lee Strasberg. Di lei rimangono unicamente un film muto e qualche foto e ritratto, e forse per questo, grazie a ciò che si può solo intuire, resta una leggenda a cui guardare.
Duse, The Greatest è un copione polifonico
Duse, The Greatest è un copione polifonico, di cui la regista Sonia Bergamasco è anche protagonista, oltre che autrice della sceneggiatura con Mariapaola Pierini. È la Bergamasco, la voce recitante, una voce distante, leggermente flautata, che rimanda alla Duse stessa. È lei che chiede, scava, intervista, cuce, attarversando le testimonianze di chi l’ha studiata, o conosciuta, o sentita raccontare da altri. Così si ricostruiscono piano piano le sue vicende, i suoi valori, ma soprattutto il suo modo di essere vera sulla scena, emozionante, naturale grazie a una tecnica studiatissima, inimitata. Perché di lei molto si è detto, ma poco resta.
Bergamasco ne parla con Annamaria Andreoli, Valeria Bruni Tedeschi, che ha interpretato la Duse nel film di Pietro Marcello, Elena Bucci, Ellen Burstyn, Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, il compagno d’arte e di vita della regista che ricorda la presenza aleggiante all’Accademia Silvio D’Amico, Ferruccio Marotti, Helen Mirren, Emiliano Morreale, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi, Mirella Schino, Giuditta Vasile. Raccoglie le dichiarazioni o i video di Carmelo Bene, Lilla Brignone, Charlie Chaplin (“è la più grande artista che ho mai visto”), Emma Gramatica, Eva Le Gallienne, la sua biografa, Misa Mordeglia Mari, Lee Strasberg, Luchino Visconti.
“Sono certa che fare l’attrice mi abbia salvato la vita, che l’abbia resa vivibile, a tratti esaltante, comunque intensa, concreta, mia. E che continui a farlo. – afferma la regista – Con questo film, come una detective, mi sono messa sulle tracce di Eleonora Duse, un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Al centro di questa indagine è il corpo dell’attrice, il suo labirinto”.
Seguendo il percorso di Eleonora Duse, artista simbolo, e grande “assente” (in video, di lei ci resta solo un film muto) Duse, The Greatest vuole fare luce sul mestiere dell’attrice oggi: che cos’è diventato, qual è il suo spazio nell’immaginario collettivo contemporaneo. “Quello che ho indagato – continua Bergamasco – è il corpo sensibile, nudo, dell’attrice (ieri e oggi) e la radiografia del suo corpo immaginario, attraversato dallo sguardo degli altri. Dando voce ai testimoni, di ieri e di oggi, il film cerca di fare luce sul corpo dell’artista come strumento da scoprire, per comporre un ritratto plurale dell’attrice al presente”. Infatti, il giovane Lee Strasberg, futuro direttore dell’Actors Studio, “guardandola al lavoro, intuisce il segreto di un’arte della recitazione che entra a far parte dell’immaginario collettivo di generazioni di attori di cinema”.
L’autrice, una grazia naturale come Duse
Il documentario è molto accurato e la presenza di Sonia Bergamasco davanti e dietro le quinte, è misurata, gentile, con una grazia naturale che molto la avvicina all’attrice oggetto della sua ricerca. Sicuramente molto prezioso per il pubblico che ama il teatro e la misteriosa arte della recitazione, una messa in scena che sa essere più viva della vita e più vera del vero.
Sonia Bergamasco è una figura eclettica nella scena italiana. Nata a Milano, dove si è diplomata in pianoforte, a teatro lavora con Antonio Latella, Thomas Ostermeier, Jan Fabre, Theodoros Terzopoulos, Carmelo Bene e Giorgio Strehler. Premio Duse per il suo lavoro d’attrice, Sonia Bergamasco è cantante, interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro, tanto altro dunque rispetto al ruolo di Lavinia che l’ha resa vicina al grande pubblico in Montalbano. Nel 2022 è Martha nello spettacolo “Chi ha paura di Virginia Woolf?” diretto da Antonio Latella ruolo per il quale vince il Premio Ubu, il Premio Le Maschere del Teatro Italiano e il Premio Hystrio/Anct. Molteplici premi tra cui Nastro d’Argento per “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Vincitrice del “Federico Fellini Platinum Award” (2023) per l’eccellenza cinematografica e del Premio “Gian Maria Volontè” (2024).
Il documentario Duse, The Greatest è prodotto da Propaganda Italia, Quoiat Films e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema, Creative Europe Media, Ministero della Cultura, Regione Veneto, Veneto Film Commission.