La nuova serie crime Kostas, in prima visione su RAI 1 da giovedì 12 settembre 2024 in 4 puntate, vede Stefano Fresi nei panni Kostas Charitos, figura creata dallo scrittore Petros Markaris, un commissario ruvido e ostinato, un uomo che fa dell’ironia e della caparbietà le sue armi principali nella lotta contro il crimine. Fresi riesce a mantenere una certa dose di carisma e autenticità, ma è difficile non notare somiglianze con altre figure iconiche del poliziesco televisivo, come Montalbano. Lo stesso attore ha riconosciuto la sfida di portare il personaggio fuori scala dall’ennesimo commissario che non segue le regole.
Atene a questo punto è una location niente male, e che consente tutto, compresa la magia di certi posti dove i contrasti tra antico e moderno, tra bellezza e degrado, riflette il carattere di Kostas e le sue indagini. Ma questo Kostas è la crime serie che mancava nel panorama televisivo.
La visione coinvolge immigrati, spie e affaristi corrotti non sono particolarmente innovative, e la gestione dei conflitti tra Kostas e i suoi superiori ricorda molto dinamiche già viste in altre serie poliziesche. Uno dei fili sottili che avvolge il personaggio è il legame irrisolto con il padre, un ex poliziotto del regime dei colonnelli, figura ingombrante più per le sue assenze che per la sua presenza. È come un’ombra lunga che Kostas non riesce mai a scacciare del tutto. Fresi ha paragonato questo rapporto a quelle vecchie case di famiglia, che portano con sé l’odore stantio del passato e scricchiolano sotto i passi, ma che alla fine si conoscono così bene che ci si abitua persino al cigolio delle porte. L’evoluzione del rapporto con il padre apre un’interessante finestra sul peso della storia e sulla difficoltà di fare i conti con il proprio passato.
Le dinamiche familiari di Kostas sono indispensabili per dare sapore a una trama che altrimenti rischierebbe di essere troppo “gialla”. Il suo rapporto con Adriana, interpretata da Francesca Inaudi, è fatto di schermaglie e battibecchi, come quelle coppie che litigano su chi ha lasciato la luce accesa ma, in fondo, non potrebbero vivere l’uno senza l’altra. Adriana, che nei romanzi di Markaris era forse più sullo sfondo, qui diventa una protagonista a sé stante, una donna che riesce a tener testa al burbero commissario, ricordandogli (e a noi) che dietro ogni grande uomo c’è spesso una grande donna che sa farsi sentire, anche senza gridare.
Fresi ha più volte ribadito la necessità di non ripetere schemi già visti e di come l’obiettivo fosse quello di creare un personaggio che, pur essendo l’ennesimo commissario televisivo, riuscisse a incuriosire il pubblico.
Kostas è una serie che funziona e ha tutte le carte in regola per uscire dalla confort zone del crime televisivo italiano e dai cliché del genere poliziesco per immergersi nel terreno, a volte più torbido, delle relazioni personali.