Tra i progetti più ambiziosi del 2025, spicca la nuova serie Sky Original, M. Il Figlio del Secolo”, diretta da Joe Wright, adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati. Con il suo debutto alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, la serie ofre un ritratto complesso e sfaccettato di Benito Mussolini, interpretato da Luca Marinelli.
Nella scena iniziale, ambientata in Piazza San Sepolcro nel 1919, ci troviamo.in un momento crucuale: la fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento. Gli occhi di Marinelli, brillanti e tormentati, raccontano molto più delle parole. È uno sguardo che sembra anticipare il destino, il futuro già scritto di un uomo che sa di essere il protagonista del proprio tempo.
Questa introspezione psicologica, sapientemente costruita dagli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino, eleva la serie da semplice biografia storica a una riflessione intima sui meccanismi del potere. È un racconto che non teme di entrare nelle pieghe più oscure della mente di Mussolini, esplorando non solo la sua ascesa politica, ma anche le sue relazioni personali, i suoi dubbi e le sue ossessioni. La relazione con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e figure storiche come Gabriele D’Annunzio e Nicola BBombaci.
Guqrdando la serie non si può fare a meno di notare la profonda influenza del cinema italiano di maestri come Bertolucci e Visconti. Le immagini di Joe Wright sembrano echeggiare quel cinema epico in cui la politica è specchio dell’anima e le dinamiche di potere sono raccontate attraverso intensi giochi di luci e ombre. Il dialogo tra Mussolini e i suoi primi sostenitori sembra una pièce teatrale, dove il dramma storico si consuma in lunghe e accese discussioni politiche, che ricordano le migliori opere del cinema italiano.
Nonostante sia ambientata in un contesto storico specifico, “M: Il Figlio del Secolo” risuona profondamente con l’attualità. L’ascesa di Mussolini viene presentata non solo come un fenomeno storico, ma come una metafora dei pericoli del populismo e delle derive autoritarie che, ancora oggi, minacciano le democrazie in tutto il mondo. Wright, nel dirigere questa serie, ha dichiarato di essere stato colpito dalle analogie tra l’ascesa del fascismo in Italia e i fenomeni politici contemporanei. Il populismo di Mussolini, la sua abilità di radunare le masse e di sfruttare il malcontento popolare, trova inquietanti echi nella politica moderna.
Per il pubblico internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, la serie potrebbe essere vista come un monito. Le somiglianze tra la retorica di Mussolini e quella di leader contemporanei, come Donald Trump, sono difficili da ignorare. La violenza politica, il controllo dei media, la manipolazione delle emozioni collettive: tutti elementi che hanno portato Mussolini al potere e che, in forme diverse, ritornano nel dibattito politico odierno.
Luca Marinelli, già pluripremiato per le sue interpretazioni, riesce a catturare l’evoluzione del personaggio con una precisione quasi chirurgica.
Il fascismo non viene rappresentato come un fenomeno alieno, ma come il risultato di tensioni sociali e politiche che potrebbero manifestarsi in qualsiasi epoca. La serie ci mostra che il potere assoluto non nasce mai dal nulla, ma si nutre delle paure e dei desideri della gente comune.