sabato, Ottobre 25, 2025
  • Arte e Cultura
  • Cinema
  • Attualità
  • Eventi
  • Musica
  • Spettacoli
  • Serie Tv
  • Teatro
  • Televisione
TheSpot.news
  • Arte e Cultura
  • Cinema
  • Attualità
  • Eventi
  • Musica
  • Spettacoli
  • Serie Tv
  • Teatro
  • Televisione
No Result
View All Result
TheSpot.news
No Result
View All Result

Il film “Navalny”, un pugno nello stomaco, o sul cuore

Il documentario Oscar 2023 di nuovo nelle sale, ma quella speranza oggi è ferita. L’intervista testamento: "Se davvero mi uccidono, significa che siamo forti. Non arrendetevi". Un'eredità da raccogliere.

Luisa Gabbi by Luisa Gabbi
26 Febbraio 2024
in Cinema
Reading Time: 5 mins read
0

Navalny

618
SHARES
3.4k
VIEWS
Condividi su FacebookCondividi su TwitterCondividi su WhatsappCondividi su Telegram

Rivedere oggi il film documentario “Navalny” è un pugno nello stomaco, o forse sul cuore. Oggi che il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny è morto, il cadavere consegnato alla madre, è profondamente ferita la speranza che si respira nel film documentario Premio Oscar 2023. Oggi nelle sale italiane, dove è tornato,  “Navalny. Il veleno lascia sempre una traccia” risuona ancora di più come un testamento, una consegna per la democrazia e quello che gli è accaduto come una ripugnante vendetta dei suoi aguzzini. Sorpassato dai fatti tragici, il film oggi è tutt’altro che superato. Resta un documento fondamentale per il riscatto delle idee di Navalny e di chi vuol impegnarsi per una Russia democratica.

“Non arrendetevi”,  il messaggio al popolo russo

Partiamo dalla fine, la cosa oggi più importante, cioè la conclusione dell’intervista che rappresenta il filo rosso del film. “Il mio messaggio al popolo russo in caso venissi ucciso? Mai arrendersi”. Not give up, dice in inglese. Poi alla richiesta del regista sul mandare un messaggio diretto in russo, Navalny articola meglio e con grande convincimento il suo pensiero: “Ascoltatemi, ho una cosa molto chiara da dirvi. Non vi è permesso di arrendervi. Se veramente decidono di uccidermi, significa che siamo incredibilmente forti. Dobbiamo usare questa forza per non arrenderci, per ricordarci che siamo una forza enorme, che è stata oppressa da questi idioti. Non abbiamo neanche idea di quanto siamo forti in realtà. L’unica cosa necessaria per il trionfo del male è che i buoni non facciano niente. Quindi, non siate passivi”. Lo sguardo è fermo,  poi il volto si illumina con un sorriso.

Un pugno sul cuore contro 7,7 milioni di visualizzazioni

Ancora un passo più indietro. Forse ucciso da un pugno sul cuore, forse avvelenato di nuovo con il Noviciok come accaduto  nel 2020, oggetto dell’inchiesta giornalistica sulla quale si sviluppa il film. Un’inchiesta divenuta pubblica, uno scandalo portato alla luce del sole, prove evidenti della persecuzione del leader da parte dei servizi segreti russi. “Abbiamo avuto 7,7 milioni di visualizzazioni” comunica soddisfatto Navalny al giornalista autore dello scoop. Mai il virtuale ha denudato in modo così tragico e doloroso la propria vacuità. È con un semplice gesto che un uomo uccide un altro uomo. Un pugno sul cuore uccide un uomo, la cui vita il consenso di milioni di persone non riesce a proteggere.

Un thriller nella realtà e nel documentario

“Navalny. Il veleno lascia sempre una traccia” è stato diretto dal regista documentarista canadese Daniel Roher e prodotto da HBO Max e CNN Films, in Italia è distribuito da IWonderPictures. È un film che scorre in modo appassionante, perché segue passo passo l’evolversi dell’inchiesta del giornalista investigativo Christo Grozev, del collettivo Bellingcat, insieme a Navalny e al suo staff, sull’avvelenamento nell’agosto 2020, accusando il malore durante un volo aereo di rientro dalla prigionia in Siberia a Mosca. Ad un certo punto l’inchiesta prende volutamente lo stile del thriller, con mappe e foto segnaletiche, e, prima che il film esca, diventa una grande campagna a livello mondiale che sembra condannare definitivamente davanti all’opinione pubblica Putin e il Cremlino, e assicurare a Navalny la protezione degli onesti. Forse anche forte di questo, Navalny rientra a Mosca nel 2021, ma viene immediatamente arrestato. Ed è in prigione, sia quando il film esce, nel 2022, sia  quando vince l’Oscar come miglior documentario, nel 2023.

Incroci di informazioni dal darkweb

Come è stato avvelenato Navalny nel 2020? E da chi? Chi ha cercato di fermare un leader intenzionato a riformare il suo paese, la Russia, e che non si è fermato davanti a nulla, compreso il rischio del suo omicidio? Dopo lo scalo di emergenza tra la Siberia e Mosca, che si rivelerà salvifico, la famiglia pretende che Navalny sia assistito da un ospedale tedesco, la Charité a Berlino. Ed è in un buen retiro tedesco con la moglie Julija che Navalny organizza la propria base e il proprio ritorno. Alcuni mesi per rimettersi in forma e per seguire l’inchiesta che Christo Grozev, il giornalista bulgaro di Bellingcat, gli propone per un documentario: lui è, infatti, esperto in ricerche dati sul darkweb all’inseguimento degli avvelenamenti.

Le riprese della confessione telefonica del sicario

Grozev riesce a mettere insieme tutte le tessere del puzzle per risalire alle identità dei killer. Una volta individuati, il caso è aperto. Con lo staff e Navalny preparano una grande campagna di informazione coinvolgendo tutte le testate del mondo per un X-day. Quello stesso giorno, attraverso un éscamotage il pool riesce a far confessare al telefono uno dei sicari assoldati. Le riprese del documentario riportano fedelmente il momento cruciale e incredibile in cui il chimico russo, convinto di essere al telefono con un dirigente dei servizi segreti russi, che in realtà è Navalny stesso, ammette tutti gli errori della mancata uccisione dell’uomo con cui sta parlando. Chiusa la comunicazione, Navalny, Grozev, lo staff esultano. Pensano di avere la strada spianata verso la democrazia. Sono immagini che oggi fanno soffrire.

La moglie Julia Navalny in uno dei momenti più tesi del documentario, l’arresto al rientro in Russia
La destra, il ritorno, tutti i passaggi nell’intervista al regista

Il fllm è anche uno spaccato dell’uomo Navalny, del suo essere marito affettuoso di Julija e padre amorevole di Zahar e Dasha, ma anche un leader per il suo team e per milioni di seguaci, un avvocato colto e affascinante, capace di rivolgersi in inglese ai giornalisti di tutte le testate, un uomo convinto della sua battaglia politica per salvare il suo paese, desideroso di diventarne il presidente. Il primo vero antagonista di Putin.

Il film si apre e si chiude con le stesse scene. La domanda del regista sulla sua morte, e alla fine la risposta; Navalny che torna a Mosca il 17 gennaio 2021 per la sfida finale con il Cremlino, fiducioso su un aereo pieno di giornaliste a, alla fine, la discesa dall’aero e l’arresto. In mezzo la ricostruzione dell’inchiesta, la voglia di tornare nel suo paese per poter incidere, l’organizzazione con un piccolo gruppo persone fidate, zero soldi, molto lavoro e internet. Molti di questi passaggi sono ripercorsi nell’intervista rilasciata all’epoca dal regista Daniel Roher, più volte intervenuto in questi tristi giorni.

Tra queste anche le ragioni accampate da Alexei per i contatti con la destra estrema: “Se voglio combattere Putin, se voglio essere il leader del paese, non posso ignorarne una parte enorme. Nel normale sistema politico, ovviamente, non starei mai all’interno del loro stesso partito politico. Ma stiamo creando una coalizione più ampia per combattere il loro regime solo per raggiungere la situazione in cui tutti possono partecipare alle elezioni”.

Un’eredità da non disperdere

Ora Navalny è un cadavere nelle braccia della propria madre, Lyudmila, che l’aveva visto in salute il 12 febbraio e che il 16 febbraio 2024 lo ha saputo morto, ucciso, a 48 anni, nel carcere di Karp. Ora Aleksej Anatol’evič Navalny è anche un eroe completamente virtuale, al di là dello spazio e del tempo, e di cui dovrà essere raccolta l’eredità, un’eredità scomoda come gli arresti di queste ore. Proprio per questo, il film “Navalny. Il veleno lascia sempre una traccia” va visto e va fatto vedere.

Per conoscere da vicino la storia di Alexei Navalny, il migliore leader di opposizione in Russia, l’unico rimasto sul suolo natìo per portare democrazia, welfare, lotta alla corruzione, il più moderno degli antagonisti di Putin, consigliamo la bellissima intervista di Eugenio Cau ad Anna Zafesova, su Globo, podcast del Post, registrata tre giorni dopo la morte del leader russo. Una strada indicata dalla stessa Zafesova sono i profili social di Navalny, ai quali ha affidato le proprie idee, anche lasciando in vista i propri errori, e la sua inchiesta “Il Palazzo di Putin”.

 

Tags: Alexei NavalnyavvelenamentoChristo GrozevCNN FilmsDaniel RoherHBO MaxMoscaNavalnyOscar23Putinveleno
Share247Tweet155SendShare
Previous Post

Recensione: La sala professori di Ilker Çatak

Next Post

“Gli anni” al Teatro India tra danza e memoria

Luisa Gabbi

Luisa Gabbi

Ti potrebbero interessare

Deacula di Luc Besson
Cinema

Luc Besson reinventa il mito: “Dracula è la più grande storia d’amore mai scritta”

by Floriana Lovino
25 Ottobre 2025
Springsteen: Liberami dal Nulla, il film sul Boss
Cinema

Springsteen: Liberami dal Nulla, il film sul Boss

by Marco Michelli
23 Ottobre 2025
Un simple accident di Jafar Panahi
Cinema

“Un semplice incidente” di Jafar Panahi alla Festa del Cinema di Roma

by Paola Medori
22 Ottobre 2025
Carolina Crescentina protagonista di Mrs Playmen
Cinema

Carolina Crescentini: “Adelina Tattilo mi ha insegnato che la libertà è un atto di coraggio”

by Elena Marcheggiano Dal Forno
22 Ottobre 2025
Laurent Slama regista di "Second Life"
Cinema

Laurent Slama e l’amore silenzioso di “A Second Life”

by Floriana Lovino
22 Ottobre 2025

Articoli + popolari

  • Pumbino

    Pumbino non ce l’ha fatta. E il suo addio commuove il web

    6959 shares
    Share 2783 Tweet 1739
  • Bob Dylan zittisce il pubblico dell’Auditorium di Roma

    2272 shares
    Share 909 Tweet 568
  • “Un uomo di nome Otto”: un’accattivante commedia con Tom Hanks

    2269 shares
    Share 908 Tweet 567
  • Under 30, il premio per i giovani attori italiani

    1879 shares
    Share 751 Tweet 470
  • Antoni Benaiges: Una storia di coraggio e memoria

    1664 shares
    Share 666 Tweet 416

Articoli recenti

Deacula di Luc Besson

Luc Besson reinventa il mito: “Dracula è la più grande storia d’amore mai scritta”

25 Ottobre 2025
Springsteen: Liberami dal Nulla, il film sul Boss

Springsteen: Liberami dal Nulla, il film sul Boss

23 Ottobre 2025
ILOVELUCCACOMICSGAMES_Red-Carpet_3_Lillo

Quando Lucca conquista Roma: la comunità di Comics & Games sul red carpet

23 Ottobre 2025
Achille Lauro al The Circle di Roma

Achille Lauro inaugura The Circle a Roma con un live inatteso

23 Ottobre 2025
Un simple accident di Jafar Panahi

“Un semplice incidente” di Jafar Panahi alla Festa del Cinema di Roma

22 Ottobre 2025
Carolina Crescentina protagonista di Mrs Playmen

Carolina Crescentini: “Adelina Tattilo mi ha insegnato che la libertà è un atto di coraggio”

22 Ottobre 2025
Laurent Slama regista di "Second Life"

Laurent Slama e l’amore silenzioso di “A Second Life”

22 Ottobre 2025
Sergio Cammariere tra i protagonisti del doc su Rino Gaetano

Rino Gaetano, il genio libero alla Festa del Cinema di Roma con “Sempre più blu”

22 Ottobre 2025
Diana Del Bufalo

Red carpet e buone cause: la magia di Best Movie Worlds alla Festa del Cinema

21 Ottobre 2025
Carla Simon regista di Romerìa

Intervista a Carla Simón, regista di Romería

21 Ottobre 2025

thespot-sito

Privacy Policy - Cookie Policy - Contatti

  • Progetto
  • Contatti
  • Partner
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma numero 151 del 19/09/2018

TheSpot.news
Gestisci Consenso Cookie
Utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Lo facciamo per migliorare l'esperienza di navigazione e per mostrare annunci personalizzati. Il consenso a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati quali il comportamento di navigazione o gli ID univoci su questo sito. Il mancato consenso o la revoca del consenso possono influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Arte e Cultura
  • Cinema
  • Attualità
  • Eventi
  • Musica
  • Spettacoli
  • Serie Tv
  • Teatro
  • Televisione

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma numero 151 del 19/09/2018

 

Caricamento commenti...
 

Devi effettuare l'accesso per postare un commento.