“La Sala Professori” di Ilker Çatak é il film tedesco che è uno dei rivali di Io Capitano e La zona di interesse nella corsa all’Oscar per il film straniero, in cinquina con Io capitano (per il quale facciamo il tifo) eUn film con una regia intensa e una performance eccezionale della protagonista femminile, Leonie Benesch.
Presentato al 73esimo Festival di Berlino, la storia si svolge nella Amburgo moderna, dove Carla Nowak (interpretata da Benesch) è un’insegnante di matematica di una scuola media pubblica che si trova a gestire suo magrado una serie di furti, cancelleria che sparisce, portafogli che si svuotano.
Decide di lasciare accesa la videocamera del suo computer in sala professori per dimostrare che il colpevole non si nasconde tra gli studenti. Carla pensa di aver risolto il problema con delle prove, ma la situazione le sfugge di mano. I professori si arrabbiano per violazione della privacy, genitori e studenti protestano.
Leonie Benesch, nota per il suo ruolo nell’acclamato film “The White Ribbon” di Michael Haneke (2009) e per le sue partecipazioni in serie TV popolari come “The Crown” di Netflix (2017-19) e “Babylon Berlin” di Sky 1 (2017-2020), porta avanti il film con facilità, poiché ogni scena ruota a Carla. Un personaggio complesso che si trasforma sotto i nostri occhi, passando da una figura premurosa e pacifista a una donna sopraffatta ed esasperata dalla pressione del sistema che si rivela rigido ed oppressivo.
Negli Stati Uniti,in particolare, molte delle questioni sociali sottostanti al film sono familiari ad un sistema scolastico che è specchio di un paese dove convivono da sempre con contraddizioni profonde. Il primo studente accusato di furto, é Ali (interpretato da Can Rodenbostel), figlio di immigrati. Quando Friederike Kuhn, Eva Löbau, segretaria della scuola e principale sospettata, mostra il suo portafoglio vuoto a Carla, ci fa riflettere sulle differenze di classe. La scuola diventa teatro di una guerra tra poveri con insegnanti spinti sempre più in basso nella scala sociale contrapposti a impiegati altrettanto sfruttati.
Senza dimenticare che negli Stati Uniti il sistema educativo non sempre fornisce gli strumenti necessari per contrastare questi problemi, anzi talvolta contribuisce ad aggravarli. Circa dieci anni fa, gli esperti hanno coniato il termine “Scuola-Carcere”.
Le scuole sono coinvolte in un sistema che spinge molti giovani, soprattutto quelli di minoranze, verso la prigione. Spesso i minori e i giovani adulti vengono puniti in modo eccessivo per il loro comportamento a scuola. Queste azioni punitive tendono a escludere gli studenti, aumentando il rischio che finiscano in prigione.
Infine La Sala Professori , si distingue anche per la sua ambientazione, che si svolge interamente all’interno della scuola, con poche interazioni con il mondo esterno. Una scelta che mira ad enfatizzare l’isolamento e la claustrofobia che caratterizzano la vita all’interno di questo microcosmo sociale.
Il film punta il dito contro un sistema scolastico che diventa un microcosmo della societá attuale dove le disuguaglianze di classe, la sete di potere, la diffidenza e la paura del diverso si manifestano quotidianamente. Un sistema che non si mette in discussione ed é ferma nel tempo. ]Attraverso la storia di Carla Nowak e dei suoi studenti, il film ci ricorda come sia facile per una comunità trasformare una vittima in un colpevole. Ci invita a riflettere sulle nostre stesse convinzioni e pregiudizi, suggerendo che solo eliminando tali barriere possiamo sperare di raggiungere una vera comprensione della verità, sia dentro che fuori dalla scuola.
Il film esce nelle sale il 29 febbraio.