La donna che riapriva i teatri” è un documusical diretto e sceneggiato con maestria da Francesco Ranieri Martinotti, presentato fuori concorso nella sezione Ritratti e Paesaggi alla 41a edizione del Torino Film Festival. Il film offre uno sguardo affascinante e toccante su un episodio straordinario accaduto a Prato negli anni ’90, che ha plasmato la vita culturale di questa città simbolo dell’industria tessile italiana.
Nel cuore di Prato, una città che fonde la sua storia con la tradizione tessile italiana, emerge la figura straordinaria di Roberta Betti, la protagonista indiscussa del film “La Donna che Riapriva i Teatri”, un documusical diretto e sceneggiato con maestria da Francesco Ranieri Martinotti, presentato fuori concorso nella sezione Ritratti e Paesaggi alla 41a edizione del Torino Film Festival.
Il film offre uno sguardo affascinante e toccante su un episodio straordinario accaduto a Prato negli anni ’90, che ha plasmato la vita culturale di questa città simbolo dell’industria tessile italiana.Nata da un muratore e una sarta, la sua storia è un affresco avvincente di passione, determinazione e amore per l’arte. Roberta Betti, animata da un desiderio profondo di preservare il patrimonio artistico di Prato, ha guidato la creazione di un comitato cittadino per acquistare il Teatro Politeama dalla banca, evitando così la sua trasformazione in un anonimo garage.
Il film si apre con la voce autentica di Roberta, che condivide ciò che l’ha mossa a intraprendere questa straordinaria iniziativa. Figlia di Prato, la sua storia è intessuta di umiltà e determinazione, riflettendo l’anima stessa della città. La sua decisione di non permettere che il teatro, nel cuore di Prato, fosse sacrificato sull’altare della speculazione edilizia, è un atto di eroismo moderno che ancora oggi continua a dare frutti.
Il Teatro Politeama, una volta in pericolo di trasformarsi in un banale garage, oggi è un faro culturale che brilla con spettacoli vari, dalla grandiosa Opera lirica al teatro, dall’operetta ai concerti pop. La visione di Roberta Betti, permeata di amore per la musica e il ballo, ha assicurato che il teatro mantenesse la sua identità e divenisse un rifugio per gli aspiranti artisti, una fonte di ispirazione per le generazioni future.
La forza del film risiede nella sua capacità di intrecciare il racconto di Roberta con le vicende emblematiche di Prato, creando un “racconto nel racconto”. La modalità narrativa originale adottata, che parte dalla scuola di Musical di Prato fondata da Roberta stessa, conduce il pubblico attraverso una sequenza di eventi che culminano nel salvataggio trionfante del Teatro Politeama.
“La Donna che Riapriva i Teatri” è un inno alla resilienza, al potere della comunità e alla capacità di un individuo di fare la differenza. Attraverso la lente di questa storia pratese, il film ci ricorda che anche in tempi di sfide e cambiamenti, la passione per l’arte può guidare il cammino verso la rinascita culturale.
Confluiscono così nella struttura diversi elementi: il racconto in prima persona dei protagonisti della vicenda e la partecipazione speciale di Drusilla Foer, anche lei coinvolta nella storia del teatro. Preziose anche le testimonianze di Simona Marchini, Giovanni Caccamo, Franco Godi e la partecipazione di Agnese Gori, Elena Caliani e gli altri allievi della scuola ARTEINSCEN.