Una mostra che rischia di diventare l’evento nazionale dell’anno, “FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024” dedicata al gruppo punk fondato da Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici, Danilo Fatur, da loro stessi curata ai monumentali Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia.
Sette anni di vita e di successi, poi bruscamente interrotti, ma che ora si manifestano come un mai finito percorso. I CCCP non sono più “ex.
Un moltiplicarsi di eventi e iniziative
Sette anni che sono diventati un racconto distillato e stupefacente, di pensiero, cultura, musica, spettacolo, nella esposizione organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, e che hanno generato una serie di eventi collaterali e produzioni ad hoc, che vanno dagli incontri “Danni collaterali”, al Gran Galà Punkettone al Teatro Valli già duplicato ed andato sold out (21 e 22 ottobre), alla riedizione dei cd e dischi, alla produzione di un catalogo cult di Interno 4 già esaurito in prevendita e in ristampa.
A un album cofanetto con cd, disco con 18 brani storici che si sovrappongono al percorso espositivo, pins, cartoline, fotografie e mappe della mostra con la Universal, a una capsule presto in uscita con Slam Jam. Le iniziative si moltiplicano, come la pubblicazione da parte di Rai Play Sound di un podcast in 9 puntate “Fedeli alla linea – La linea non c’è (1983-2023)” da interviste storiche a Giovanni Lindo Ferretti o l’uscita a breve il docufilm Kissing Gorbaciov E non è finita qui, come nemmeno la storia dei CCCP, par di capire.
“E’ una nuova opera dei CCCP”
L’organizzazione dell’evento suggerisce quindi che “molto più di un appassionato e rigoroso racconto della loro carriera, dunque, questo circuito multidisciplinare fatto di musica, letteratura, immagini, video, performance e installazioni si configura, nelle sue tante sfaccettature, come una nuova opera d’arte dei CCCP”.
“Un progetto a cui hanno lavorato senza sosta per oltre sei mesi, – continua Palazzo Magnani – recuperando testi, ricordi, immagini ed esperienze e che è reso unico dalla straordinaria capacità di trasmettere l’essenza della band. Il gruppo che ha trasceso il fenomeno musicale per scavare nell’immaginario collettivo sociale e culturale è infatti ben lontano dall’esaurirsi in quegli anni dimenticati, capace anzi di ritrovare continuamente la propria attualità grazie a intuizioni che ancora oggi sono di riferimento per una moltitudine di appassionati”.
Estetica e non autocelebrazione
La mostra è stata aperta al pubblico il 12 ottobre e potrà essere visitata fino all’11 febbraio dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Con la giusta misura, senza cadere nell’eccesso di descrizione e documentazione, e nemmeno nell’autocelebrazione, la mostra racconta quasi per cenni essenziali i momenti salienti di una delle esperienze musicali più interessanti della storia del punk. Un percorso che sa essere cronologico e antologico con misura, attraverso le parole e l’estetica che sono state la cifra distintiva del gruppo, che ha avuto una forte cifra di messaggio teatrale e di spettacolo, a partire da Annarella e Fatur.
In mostra il CCCP-pensiero, tra linearità e caos voluto
La mostra ai Chiostri di San Pietro, che Ferretti, Zamboni e Fatur, con Annarella nominata “esecutrice testamentaria” hanno curato passo passo, sottolinea il CCCP-pensiero e la fedeltà alla linea, la linea che non c’è, ma che risulta di spiazzante attualità.
Quasi duemila metri quadrati e ventotto spazi, su due piani con installazioni, opere d’arte inedite, fotografie d’archivio mai pubblicate, supporti audiovisivi, costumi di scena. Ambienti che si attraversano con meraviglia, tra ironia e squarci drammatici, e iniziano dalle sagome metalliche dei tre VoPos di Berlino, in contrasto con la scritta cubitale “Felicitazioni!”.
Al centro del Chiostro Grande, il ricordo della Berlino divisa, dove il gruppo è nato: i cavalli di Frisia, un pezzo del muro originale, una Trabant beige, un altoparlante che spara canzoni, un occhio di bue che cerca fuggiaschi. Nel Chiostro Piccolo, che si incontra per primo, c’è la litania delle bandiere dei paesi del blocco sovietico.
Al piano terra ognuna delle sette sale è dedicata a un disco dei CCCP e ne riporta il nome e le atmosfere. Al primo piano, uno spazio più ruvido e più voluminoso, si passa dalla linearità al “caos rigoroso” dei diciassette spazi espositivi. Qui i titoli sono più evocativi, dedicati a spettacoli, canzoni luoghi d’affezione e approfondimenti storici e i visitatori si muovono a sentimento.
Ci si può trovare immersi in uno spazio rosso con i costumi di Annarella dove ascolta le cover di “Amandoti” (dall’originale di Lindo, alla Nannini alla curva della Cremonese allo stadio) oppure in una asettica camera di manicomio in cui è appeso un enorme bugiardino di Serenase al suono di “Curami”. Si può giungere a uno spazio dedicato a “Tomorrow” sulla scintilla scoccata con Amanda Lear o trovarsi proiettati nei drammi del mondo con “I Cccp incontrano la storia”.
Partendo da Reggio Emilia, infatti, la mostra proietta il visitatore in uno spazio umano illimitato, collegando di volta in volta Berlino est e ovest, l’Europa delle frontiere, Beirut, il mondo arabo, URSS e paesi satelliti, la Cina, Hong Kong, la Mongolia, Kabul, Palestina, Israele, Mosca, Leningrado e trasformando vorticosamente quei luoghi in periferie e centri di un unico impero mentale.
La mostra è stata inaugurata l’11 ottobre sera con gli autori e le istituzioni, il sindaco Luca Vecchi ,Annalisa Rabitti, Assessora alla Cultura, Maurizio Corradini, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani ai quali va il merito, con i Fondi europei della Regione Emilia-Romagna di aver creduto in questo progetto.
Gli allestimenti sono a cura dell’architetto Stefania Vasques, scenografie di Stefania Vasques e CCCP, light designer Pasquale Maricon Gianni Bertoli. Contributi artistici di Arthur Duff, Roberto Pugliese, Stefano Roveda e Luca Prandini.
Info e biglietti: www.palazzomagnani.it/exhibition/felicitazioni-cccp-fedeli-alla-linea-1984-2024/