Vincitore del premio Meno di Trenta – Cinemaitaliano.info è Francesco Ghegi per la sua convincente e intesa interpretazione in Piove, l’horror di Paolo Strippoli che ha saputo raccontare la violenza dilagante nella nostra società con una metafora efficace: una melma grigiastra che quando piove emerge dai tombini emanando un vapore denso e soffocante che se respirato porta a macchiarsi di terribili azioni.
Per Francesco Ghegi il premio Meno di Trenta, dedicato ai giovani attori e attrici italiani di cinema e serie tv sotto i 30 anni, ideato da Stefano Amadio e Silvia Saitta, “è importante perché dà la possibilità a tanti giovani di fare sempre di più e sempre meglio”. Lui recita da quando ha 14 anni, il suo primo film è stato Io sono Tempesta di Daniele Luchetti a fianco di Marco Giallini e Elio Germano, ma ha già all’attivo film come Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani, Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni su Netflix, PadreNostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, e ad aprile è stato Romeo nel Romeo e Giulietta di Mario Martone al Piccolo di Milano.
“Mario è pazzesco”, ci ha detto, “perché oltre a essere un maestro per me è stato un papà, non smetterò mai di ringraziarlo per i suoi occhi, per la sua visione, magari in futuro avrò la possibilità di lavorare di nuovo con lui, però è una persona magnifica, quindi mi accontento anche di un gin tonic in una serata”.
Piove è un horror politico che racconta la nostra società, la violenza che sentiamo raccontare ogni giorno dai tg, quanto è importante secondo te che il cinema parli anche del presente?
“Io sono cresciuto a tavola ascoltando il telegiornale dove si parla molto di morte e quindi questa cosa mi ha anche educato alla vita, penso che il cinema sia un po’ questo, e Piove ha cercato di sfatare anche molti tabù, infatti è stato vietato ai minori di 18 anni per dei motivi che vanno proprio contro il significato del film, è stato censurato per la violenza rappresentata, ma il film non parla propriamente di questo, racconta di una famiglia e del loro amore, di come l’amore ti dia la possibilità di superare anche le cose più difficili. È stato penalizzato, non ci è stata data la possibilità, per esempio, di passare il trailer al cinema e in tv”.
È un peccato perché è una storia che può far riflettere i giovani, il tuo personaggio fa video “estremi” per YouTube, e questo ci porta alla mente un recente e tragico fatto di cronaca…
“Sì, il protagonista, Enrico, è un ragazzo di 18 anni che si trova a vivere un lutto, la morte della madre. È folle, masochista, gira questi video in cerca di attenzioni, il senso di colpa per un errore in passato fatto lo tormenta. Il film parla di rabbia, di frustrazione e racconta l’incomunicabilità tra persone, l’incomunicabilità nella famiglia, il rapporto tra un padre e un figlio che verrà portato all’esasperazione, fino a esplodere”.
Come è nata in te la passione per la recitazione e come scegli adesso i tuoi ruoli?
“Ho fatto il mio primo spettacolo a scuola, avevo otto anni, interpretavo San Francesco d’Assisi, e quello è stato il primo momento vero della mia vita in cui ho capito che forse mi piaceva qualcos’altro oltre al pallone. Io adesso cerco sempre qualcosa che mi stimoli, ho avuto la fortuna di fare ruoli sempre diversi. Dopo Piove il prossimo anno uscirà Roma Blues, opera prima di Gianluca Manzetti, un film molto interessante, mi ha ricordato il cinema dei fratelli Coen. È una storia molto particolare di un ragazzo che vive in una Roma veritiera, una Roma degradata tra i rifiuti e tra i lavori in corso, che perde il papà però sorride sempre alla vita e si ritrova poi in una situazione più grande di lui e dovrà uscirne, è un film che ho amato fare. Cerco sempre qualcosa di diverso nella costruzione del personaggio, ad esempio in Piove avevo i capelli lunghi, neri, invece in Roma Blues sono biondo con le lentiggini, e quindi anche soltanto nell’estetica del personaggio cerco di diversificare”.