Romeo e Callisto sono due senzatetto che abitano sugli argini del Tevere, al centro di Roma. Fisicamente e caratterialmente opposti, vivono di espedienti quotidiani, ma i loro modi distruttivi e ostili verso la società “al di sopra” del fiume creano situazioni di costante conflitto. Immersi in una spirale discendente di follia negativa, il loro rapporto cambia quando Romeo si ammala e Callisto lo accudisce dimostrando il suo profondo affetto.
E’ questa la trama del film “Bassifondi” in sala dal 15 giugno, con Cloud 9, opera prima di Trash Secco, diretta a partire da una sceneggiatura dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo. Quella raccontata in Bassifondi è una storia d’amore fuori dagli schemi, un amore fraterno, un’indissolubile dipendenza affettiva l’uno dall’altro; una coesione d’intenti fatta di autolesionismo e nichilismo che porterà i protagonisti ad affondare sempre più, dalla civiltà fatta di palazzi fino allo sprofondare negli abissi del proprio IO. Il torbido fiume, la triste coscienza di se stessi è l’unica cosa di cui possono essere fieri i nostri due senzatetto. L’unica cosa che possiedono sono proprio loro due, e la loro relazione morbosa.
Grazie alle bellissime interpretazioni di Gabriele Silli e Romano Talevi, Bassifondi è una ventata di freschezza nel panorama desolante del cinema italiano. «Si dice sempre che il cinema italiano sia morto ma credo che ci siamo impigriti e quando abbiamo qualcosa di nuovo non lo riconosciamo”, ha detto Fabio D’Innocenzo nella conferenza di presentazione alla stampa che ai è svolta al cinema Troisi.
Proiettato in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma, nella sezione Free Style, il film conferma che i fratelli D’Innocenzo sono il futuro del cinema italiano. Già ne La Terra dell’Abbondanza, i due sceneggiatori avevano dimostrato di essere in grado di lavorare sugli attori. Anche in Bassifondi, si sono concentrati in modo quasi ossessivo sui due protagonisti, di lavorare sui dettagli, come il fatto che questo squallore mal mascherato non lo nota nessuno dei coinvolti, nessuno tranne i due cineasti che invece sono capaci di sottolinearlo piccole sconfitte che svelano l’ipocrisia della società.
Una storia che si muove sullo sfondo di una Roma oscura e cinica, ben lontana dall’immagine della città decadente e un po’ ‘piaciona’. In tal senso il cinema dei due fratelli si conferma uno sguardo che va oltre gli spazi classici dell’inquadratura, li allarga, mostrando cosa può esserci al di là, dove troviamo due personaggi coraggiosi. Gli autori non scelgono di valorizzarli presentandoli come vittime; sta allo spettatore farsi un’opinione.
“E’ un film che merita di essere visto e spero nel passaparola tra il pubblico”, hanno auspicato i fratello D’Innocenzo. Noi di TheSpot.news che lo auguriamo.