Un anno senza Letizia Battaglia, ma Letizia Battaglia è senza fine. Nel trentesimo anniversario degli attentati mafiosi a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro, infatti, le Terme di Caracalla accolgono dal 27 maggio al 5 novembre 2023 la mostra “Letizia Battaglia senza fine”.
Grandi formati alle Terme di Caracalla
“Letizia Battaglia senza fine” è un omaggio alla fotografa siciliana, paladina dei diritti civili. Non è l’unica mostra, in questo periodo in cui si ricorda la scomparsa dell’artista, ma è di particolare spettacolarità, sia per l’ambientazione, sia per la scelta iconografica, con una selezione di 92 fotografie di grande formato che riassumono i cinquant’anni del lavoro fotografico di Battaglia, dal 1971 al 2020. Immagini iconiche si alterneranno a quelle meno conosciute o inedite.
La mostra curata da Paolo Falcone, è promossa dalla Soprintendenza Speciale Roma diretta da Daniela Porro e organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti. L’immagine coordinata a cura dello Studio Leonardo Sonnoli, riprende un dettaglio della foto “Il Ballo. Festa di Capodanno a Villa Airoldi. Palermo, 1985.”
Letizia Battaglia è una fotografa autodidatta. La fotografia scaturisce, infatti, come una necessità e un’esigenza. Non conosce la tecnica e ha poche nozioni fotografiche. Sviluppa però immediatamente sensibilità e naturalezza nel comporre le immagini. Sempre a contatto diretto con il soggetto da fotografare, a distanza di un cazzotto o di una carezza, si avvicina sempre con rispetto e dignità.
Usa una Pentax K 1000 e con un grandangolo fotografa in modo incisivo. Negli anni cresce la sua abilità tecnica e approfondisce la conoscenza dei grandi maestri.
Il suo stile, però, rimane molto personale. Plasticamente è più vicina alla scuola americana e alla fotografia d’autore francese, piuttosto che a quella italiana.Le sue immagini più note, infatti, consegnano alla storia una delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia.
Tuttavia, dopo le stragi di Falcone e Borsellino e dei loro agenti di scorta nel 1992, e dopo la barbara uccisione di Padre Pino Puglisi a Brancaccio, Letizia Battaglia decide di non fotografare più i fatti di mafia.
Un profilo unico di vita e di impegno
Più volte come TheSpot.News abbiamo raccontato di Letizia Battaglia. Fotografa, editrice, ambientalista, militante politica e attivista per i diritti civili, che ha iniziato la sua carriera nel mondo della fotografia e del giornalismo all’inizio degli anni Settanta tra la Sicilia e Milano, come reazione personale a un desiderio di ricerca e libertà e diventando nel 1974 responsabile fotografico del quotidiano «l’Ora di Palermo». Con le sue fotografie ha testimoniato la mafia siciliana e la sua sanguinosa guerra, i processi, le manifestazioni, lo spaccato della società dell’Isola. La sua arte è cresciuta con il suo impegno civile e politico, ritraendo la profonda essenza della Sicilia, i volti e la società di Palermo, le scene di crimine e le vittime della Mafia e non solo.
L’omaggio all’architetta Lina Bo Bardi
L’esposizione all’interno dell’area archeologica trae beneficio da un allestimento che rende omaggio a un’altra grande artista: l’architetta Lina Bo Bardi. La mostra inoltre offre l’opportunità di ricordare i trent’anni dagli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro a Roma, avvenuti nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993. Una ferita nel cuore della città storica, che si lega alle immagini più note della fotografa, quelle della spietata guerra di mafia degli anni Settanta e Ottanta.