Sono bastati esattamente dieci minuti di conferenza stampa alla Divina Cate Blanchett per confermare una volta di più tutto il fascino di cui si ammanta questa elegantissima signora australiana. Intelligente e ironica, molto meno schiva e algida di come la si dipinge, sensibile e schietta, come solo certe persone possono permettersi.
Non poteva partire meglio questa 77. edizione della Mostra Cinematografica, fortemente voluta dai suoi direttori Cicutto (La Biennale) e Barbera (Cinema) che in pochi mesi hanno saputo organizzare qualcosa di solido e soprattutto, a prova di Covid. Spazi delimitati, mascherine addosso, contatti e assembramenti al minimo e un sistema computerizzato di prenotazione che fino ad oggi sta fuzionando nel migliore dei modi. In sala stampa si trova posto, aboliti i computer fissi le postazioni volanti ospitano solo computer personali, e nella linea del rigore La Biennale ha abolito anche la tradizionale cena di gala di apertura. Meno frizzi e lazzi, più sicurezza, forse anche più cinema stavolta.
“Fino al 15 maggio non eravamo sicuri di poter fare niente – ha detto Roberto Cicutto – poi abbiamo deciso per la ripartenza, perchè mai una tecnologia digitale sostituirà il valore della presenza e il significato di partecipare ad un Festival, lo sforzo che abbiamo fatto è stato notevole, e la casa di tutte le arti che è la biennale ha donato al cinema la forza strutturale per ripartire, senza questa non avremmo fatto nulla”.
Alberto Barbera ha ricordato che “Abbiamo voluto fortemente questa mostra, l’abbiamo aperta in grande sicurezza e in modo tale che tutto si potesse svolgere nei modi e tempi stabiliti, oggi che presentiamo le giurie, ci tengo a ringraziare tutti per aver accettato l’invito tutti, per aver subito dato la disponibilità e la voglia di essere presenti senza il minimo ripensamento”.
nel passato c’era stata una forte competizione tra i festival, a mio avviso negativa, e questa cosa si è ribaltata completamente ho trovato in tutti la stessa buona volontà
Ecco quindi che la parola va a Cate Blanchett, la cui voce è anche un capolavoro di armonie, la classica ragazza che potrebbe anche leggerti l’elenco del telefono e tu ascolteresti comunque.
“E’ un privilegio e un onore e un miracolo essere qui, grazie a tutti per la resilienza e la collaborazione, siamo tutti stati in contatto tantissimo per rendere quest possibile, siamo qui per supportare tutti quelli che non sono potuti venire, dagli attori ai registi ai filmakers e personalmente posso dire che finalmente dopo 6 mesi torno a parlare con adulti di cinema invece che stare a guardare cartoni animati con la famiglia. Anche se forse loro avrebbero voluto ancora la mamma a casa”
Cosa rappresenta per lei Venezia?
“Venezia è nel mio cuore per tanti motivi, sono stata qui tante volte come turista, come amante dell’arte e ogni volta mi affascina e mi piace, ci ho passato anche diversi capodanni, il mio secondo film Elizabeth venne proprio presentato qui, al tempo non sapevo niente di cosa fosse un Festival o di Venezia, ero giovane, spaventata e spaesata ma tornare a Venezia per me è sempre un piacere”.
E’ forse questo Festival un punto zero da cui ripartire?
“In generale dobbiamo essere coraggiosi in tutti i settori della nostra vita, si parte sempre da un punto zero e si rischia di fallire, ma lo devi fare comunque, ci sono molte sfide davanti a noi, una fra tutte è riaprire le sale per esempio dopo tutto lo streaming che abbiamo visto in questi mesi di lockdown, cosa di cui dovremmo discutere a lungo, ci sono grandi domande che ci dobbiamo porre e affrontare nei prossimi mesi per mantenere questo mondo del cinema vivo”.
Quando è andata l’ultima volta al cinema? Come vede le questioni di gender?
“Devo dire che io mi sono sempre sentita un attore, un performer, quindi non importa il genere dell’artista, non sono legata alle parole ma alla prestazione, l’ultima volta che sono stata al cinema con la mia famiglia era la scorsa settimana a vedere Tenet e prima ancora ero al Festival di Berlino”.
“Una volta dovevamo lavorare ad un film insieme – aggiunge Claire Denis, presidente di giuria della sezione Orizzonti – e io le dissi che avrei voluto che lei fosse l’uomo protagonista del mio film! Dobbiamo tenere l’orizzonte aperto, vasto e tollerante”.
Intanto questa sera sui social della Mostra del Cinema si potrà assistere in diretta dalle 19 alla Cerimonia d’apertura la cui madrina è l’attrice Anna Foglietta, fascino e intelligenza seconde a nessuno anche lei. Sarà addirittura possibile vedere la cerimonia anche in sala, dato che molti esercizi commerciali hanno aderito all’iniziativa lanciata da Barbera e a seguire sarà anche proiettato il film d’apertura, fuori concorso, Lacci, di Daniele Lucchetti.
Ieri sera Anna Foglietta ha fatto il suo primo Red Carpet che come vedete dalle foto quest’anno è blindato, partecipano solo i fotografi e non sarà possibile quindi nessun tipo di contatto con il pubblico. Davanti alla consueta passerella è stato infatti innalzato un muro alto quasi 3 metri.
Stasera durante la cerimonia verrà consegnato anche il Leone d’oro alla Carriera a Tilda Swinton, splendida ed enigmatica attrice inglese, amicissima del regista Fabio Guadagnino anche lui qui alla mostra con The Shoemaker.
Un’altra chicca di questa edizione veneziana è la collaborazione che è venuta a crearsi tra gli 8 direttori dei principali festival mondiali che è culminata con una dichiarazione congiunta che verrà letta questa sera e dice così.
“Siamo otto Direttori di festival europei, in simbolica rappresentanza della comunità dei festival di tutto il mondo, riuniti in segno di solidarietà per l’industria del cinema che è stata duramente colpita dalla pandemia, e dei nostri colleghi che sono stati costretti a cancellare o a rinviare i loro festival. Direttori che fanno come noi questo bel mestiere di mostrare i film per accompagnare le opere, gli artisti e i produttori, per far comprendere il risultato del loro lavoro al pubblico e alla critica, e ribadire ogni giorno l’importanza dell’arte cinematografica.
E’ quest’anno eccezionale, questa crisi, questo rimettere in discussione tante cose, che spiega la nostra presenza qui, oggi, e il nostro comune desiderio di prendere la parola per riaffermare il valore che noi attribuiamo al cinema. Potrebbe sembrare scontato, ma talvolta è importante ribadire l’ovvio. 125 anni fa, Louis Lumière inventò il Cinematografo e aprì le prime sale cinematografiche a Parigi, a Lione, e nelle città di tutto il mondo. Aveva inviato i suoi operatori anche qui, a Venezia, in quello stesso anno – il 1895 – in cui nasceva la Biennale di Venezia. Per tutti questi anni, e per tutto il Novecento, il cinema ha trionfato ovunque, le sale si sono trasformate in luoghi magici e i festival sono diventati gli eventi più belli del mondo.
Ma quest’anno è successo qualcosa di straordinario e di inimmaginabile. Per la prima volta, nel 2020, è successo quello che neppure due guerre mondiali erano riuscite a fare: chiudere la sale cinematografiche, interrompere le riprese dei film, costringere numerosi festival a cancellare la loro edizione. Gli amanti del cinema non hanno potuto dar sfogo alla propria passione.
Abbiamo patito l’assenza del cinema, la mancanza di nuovi film, non abbiamo potuto discutere di cinema litigando attorno ai film. E’ stato triste. Tuttavia, ci siamo resi conto di una cosa importante: se mai il cinema era stato così assente, mai era stato così presente. Presente nei nostri cuori certo, ma presente anche in tutti i mezzi domestici a nostra disposizione, nelle storie che ci si raccontava in famiglia. Il cinema viveva grazie ai ricordi, all’emozione e alla gioia che ci aveva offerto prima. Come i libri e la musica, anche il cinema ha fatto parte della storia del virus e del confinamento a cui siamo stati costretti.
Provvisoriamente privati di ciò che è più caro, ne abbiamo compreso il valore. Oggi, le sale cinematografiche riaprono i battenti e, come per i festival, c’è un po’ di incertezza e un po’ di inquietudine. Ma lo fanno con speranza e convinzione, perché sanno che, ora più che mai, nessuno può fare a meno del cinema. Del cinema in sala, sul grande schermo, insieme con il pubblico, la sua voce, i suoi silenzi. Lo vogliamo ripetere con forza questa sera: dobbiamo prenderci cura delle sale cinematografiche. E tutti insieme, loro e noi, le sale e i festival, ci impegniamo a prenderci cura dei film, degli artisti, dei professionisti, dei critici, di quelli coloro che il cinema lo fanno esistere.
Stasera sono presenti i direttori dei festival di Berlino, San Sebastian, Locarno, Karlovy Vary e Rotterdam, ma anche Bologna e Lione per i festival dedicati al cinema classico. Il nostro pensiero va agli amici e colleghi di Londra, Busan, New York, Telluride, Toronto, Melbourne, Tokyo, Mumbai, Mar del Plata, Morelia, Pingyao e tanti altri ancora, che non possono essere presenti. Questa sera si apre la Mostra del Cinema di Venezia e ritorna anche il cinema ovunque, in Europa, in Asia e fra qualche giorno anche in America.
E’ il momento di riaffermare il ruolo e l’importanza dei festival nel sostegno e nella promozione del cinema di tutto il mondo, e di quello europeo in particolare. I festival non si limitano ad essere delle vetrine promozionali per mostrare il meglio della creatività di autori e cineasti. Sono sempre più centri di cultura, luoghi di formazione al servizio dei giovani registi, scrittori e produttori che trovano in essi opportunità di per creare sviluppo e conoscenza, supporto professionale e finanziario. Sono occasioni di formazione culturale per il pubblico e di educazione dei giovani alla bellezza e alla ricchezza dell’esperienza cinematografica. Sono un luogo di ricerca e di confronto dove la creatività e la libertà di espressione artistica si concretizzano in un dialogo fecondo e necessario con il pubblico e la società. Per questi motivi, i festival rappresentano un insostituibile sostegno all’industria culturale, e alla produzione audiovisiva in particolare.
In questi mesi, abbiamo tutti riflettuto al posto che occupa il cinema nelle nostre vite. E’ facile e non finirà mai: per noi, prima, la vita era il cinema; dopo, la vita sarà ancora il cinema. Aiutateci a mantenere questo impegno.
Alberto Barbera Venice International Film Festival
Carlo Chatrian Berlin International Film Festival
Thierry Frémaux Cannes Film Festival
Lili Hinstin Locarno Film Festival
Vanja Kaludjerčić International Rotterdam Film Festival
Karel Och International Film Festival Karlovy Vary
José Luis Rebordinos San Sebastian International Film Festival
Tricia Tuttle BFI London Film Festival