Ecco i protagonisti della Festa delle birre artigianali che si è tenuto al terzo piano di Eataly Roma, dal 27 al 29 settembre. Tra le birra in esposizione, le birre della casa, realizzate proprio nel birrificio interno di Eataly, la cui capacità produttiva è stata portata di recente a 50 mila litri l’anno. Non ci sono passaggi intermedi, si va direttamente dalla produzione al bicchiere, per questo si parla di birre “a metro zero”. È il Birrificio, infatti, a rifornire la Birreria. Ed ecco la Golden Eataly, chiara, leggera e (in gergo tecnico) beverina. Se i vostri gusti prediligono birre soavi e dalla luppolatura abbondante, la Genève Indian Pale Ale .
Birra dell’Eremo. Il birrificio di Assisi è tra i più apprezzati in Italia. Abbiamo partecipato all’incontro col birraio Enrico Ciani, per parlare del suo lavoro di ricerca sui lieviti non convenzionali. Una una gamma ampia, articolata, nella quale sono rappresentate pressoché tutte le principali tendenze stilistiche: da grandi scuole brassicole storiche, all’utilizzo di ingredienti inusuali e fino alle sperimentazioni con fermenti non convenzionali, alcuni dei quali preparati in colture dedicate e di proprietà del team umbro.
Oxiana. Altra realtà laziale è Oxiana che nasce a Pomezia dall’incontro di appassionati di birra artigianale, tra cui i titolari del Birrifugio, storico pub di Ostia con una sede anche a Trastevere. Una birra che può essere a tutti gli effetti descritto come un concentrato di esperienze e passione per produrre birre classiche ma reinterpretate in chiave moderna.
La Casa di Cura. I richiami al mondo ospedaliero sono alla base della realizzazione di “cammei brassicoli”: come la TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), un’American Ipa la cui ricetta cambia ogni volta, pur attenendosi a un canovaccio di base che prevede l’utilizzo di un solo tipo di malto, di una sola varietà di luppolo e di un solo ingrediente guest star (mele, aghi d’abete, erba cedrina…). Il birrificio è nato nel 2013 a Cornaleto (in provincia di Teramo).
Cantaloop nasce nel 2009 in Abruzzo: lì siamo venuti in contatto con lo sterminato ed affascinante mondo delle birre artigianali. Paolo Perrella e la compagna Elide Braccio; che definiscono il loro un “birrificio minimo” (3 ettolitri la capacità della sala cotte su singolo ciclo d’ammostamento; 220 la prestazione stimata su base annua) hanno creato un piccolo laboratorio artigianale, malti, fiocchi di cereali, lieviti e luppoli si combinano con le acque provenienti dalle sorgenti delle montagne che sovrastano il comune di Cantalupo, creano una gamma di odori, sapori e sensazioni capaci di stupire. Sono quattro le tipologie di birra: una golden/brown ale, la r’amata, una weizendunkel, la ianara, una tripel, la tre croci, ed una imperial stout, la taboo nera, alcolica, amara e tosta.
Maiella, il birrificio collocato sotto l’ombra della montagna Majella, da cui prende il nome, è nato da un’idea di Massimiliano Prinzio. La birra utilizza anche ingredienti raccolti sulle alture della montagna (es: miele d’acacia, spezie e fiori) o cereali locali come il grano Solina (antica varietà di grano tenero locale), il Senatore cappelli (grano duro locale), e l’acqua delle sorgenti. La versione bionda, fruttata, dal colore giallo velato,ha un tono leggermente acidulo dovuto al grano e alle mele utilzzate, che la rendono particolarmente dissetante.