Sette realtà (dai “big”, reduci da tournée internazionali, alle più giovani e agguerrite infiorescenze), ognuna con la sua personale visione ed elaborazione del teatro, proporranno al pubblico sette spettacoli, nell’arco di tre weekend, dal 12 al 27 ottobre nella Sala Maggiore dell’Accademia in via Ardea 27, e una serie di workshop e attività laboratoriali nelle rispettive domeniche, in cui i direttori delle Compagnie hanno accettato di condividere con gli allievi attori e con tutti gli interessati le proprie pratiche di lavoro, innescando un processo virtuoso di scambio e trasmissione di un sapere teatrale che diventa, così, comune e collettivo.
Il progetto ha l’ambizione di trasformare il cartellone del Festival, composto da spettacoli teatrali già vincitori di bandi, concorsi, premi e menzioni speciali, in una costellazione di eventi che offra una panoramica della scena teatrale contemporanea, con l’intento di restituirla al tessuto urbano e alla città, in un contesto esplorativo e formativo.
Si parte sabato 12 ottobre 2019 alle ore 21 con Orfeo ed Euridice, dove la forza e la poesia del mito si intrecciano in questo lavoro con due temi controversi: l’accanimento terapeutico e l’eutanasia. Senza offrire risposte, lo spettacolo di César Brie, interroga lo spettatore sulla forza e la grandezza del sentimento d’amore.
Domenica 13 ottobre 2019 ore 21, andrà in scena Antigone di Sofocle, per la regia di Leonardo Bianchi. Quella di Antigone è una storia senza tempo, di duemila anni fa ma anche di oggi. La storia di una ragazza che disobbedisce alle leggi se queste sono ingiuste, se si oppongono ai valori personali e familiari, se sul piatto c’è la vita e la morte.
Soli, in programma sabato 19 ottobre 2019 ore 21, di e conFiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi rielabora l’intuizione alla base di Pensaci, Giacomino! ponendola in relazione con i materiali raccolti durante un percorso di interviste e assemblee sul tema del lavoro, ma soprattutto innesta nella vicenda l’esperienza di un incontro reale che ha cambiato per sempre lo sguardo degli autori. Il 20 ottobre andrà in scena Sempre domenica, vincitore del premio In-Box 2017. Per la regia di Clara Sancricca, è’ un lavoro sul lavoro. È un lavoro sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae. Sul palco sei attori su sei sedie, che tessono insieme una trama di storie, che aprono squarci di esistenze incrociate.
Maria Grazia Cipriani è la regista di Il Cielo sta per cadere, sabato 26 ottobre 2019 ore 21. Racconta la tragedia della guerra, senza collocazione temporale: “dove la nuda umanità, spoglia di consolazioni divine, dice nella miseria del corpo e della voce la distruzione”. Risuona sulla scena il dolore delle prigioniere, rotto solo da visioni evocate, lampi che a tratti illuminano, dilatandolo, l’orizzonte scenico. Ed il loro sarà lamento e pianto e grido: sempre un suono puro e selvaggio racchiuso nel silenzio, che’ a rispondere è solo il muggito del mare.
Infine Memme Bevilatte, domenica 27 ottobre 2019, dirige una storia che deve essere raccontata perché parla del coraggio di persone semplici, di persone “giuste“. Teresa Giovannucci fu una dei “giusti tra le nazioni”, avendo salvato la famiglia Vivanti dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti, nel 1943. A raccontare i fatti, due componenti della famiglia Vivanti, in una ripetizione incessante della storia, in modo che si possa portare la memoria a più persone possibili. A seguire C’era una volta Mimì, di Domenico Santarella, un connubio di musica, danze e racconti che attraversa la vita di uno dei padri del cantautorato italiano: Domenico Modugno. È la storia di un popolano dai grandi sogni che, grazie al suo talento e alla sua determinazione, riesce a realizzare il desiderio di diventare un artista di successo nonostante le mille difficoltà.