‘1938 Diversi’ per la regia di Giorgio Treves, presentato fuori concorso nella 75ª Mostra del Cinema di Venezia, disegna il profilo di un paese che sembra ormai lontano ma che, in realtà, è ancora lì, qui, nella vita di ognuno di noi.
Era il 1938 e il popolo italiano, che non era tradizionalmente antisemita, fu spinto dalla propaganda fascista ad accettare la persecuzione di una minoranza che viveva pacificamente in Italia da secoli. Come fu possibile tutto questo? E quanto sappiamo ancora oggi di quel momento storico?
In occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, infatti, Treves realizza un documentario, prodotto da Tangram Film, che attraverso interventi e testimonianze, letture e documenti, ricostruisce il contesto, la genesi e la natura della terribile ascesa antiebraica.L’inesorabile excursus fascista fatto di obblighi, modus agendi, sanzioni, divieti, umiliazioni e che, infine, si tramuta in oppressione, in deportazione e in annichilimento di una intera razza.
Una lenta repressione e una continua ricerca di consenso caratterizzarono la politica Mussoliniana. Mussolini fu in grado di insinuarsi gradualmente e di condizionare l’opinione pubblica, così da attuare una continua e incessante militarizzazione dei cittadini. Quasi assuefatti, venivano istruiti, condizionati e vincolati già da bambini, non è una caso, infatti, che nelle scuole girassero motti come: ‘Libro e moschetto fanno il fascista perfetto’.
Il consenso, dunque, fu uno dei primi successi del Ministero della Cultura popolare che riuscì ad inculcare negli italiani l’idea di una guerra facile –si parla della guerra in Etiopia-, un’avventura coloniale che avrebbe portato vantaggi economici importanti e una facile conquista delle donne etiopi. Emerge, così, l’elemento razzista.
Da quel momento in poi le cose cambiano e l’Italia si dimostra meticolosa e dura nelle misure imposte agli ebrei. E’ il 14 luglio 1938, quando “Il Giornale d’Italia” pubblica il Manifesto della Razza, redatto e firmato da sedicenti scienziati italiani che stabiliva inconfutabilmente la suddivisione dell’umanità in razze, l’esistenza di una razza italiana pura e la non appartenenza degli ebrei alla razza italica.
Risalendo il tempo, dunque, il regista compie un viaggio nella storia, ripercorrendo le pagine ignobili della nostra nazione.
‘1938 Diversi’ è una guida e una testimonianza sensibile alla conoscenza e alla consapevolezza di uno degli episodi più tristi della storia del Paese; Treves con semplicità e chiarezza ci mostra gli elementi e gli avvenimenti che portarono alla tragica venuta dell’antisemitismo.
Con il suo lavoro Treves esprime il desiderio di estirpare tutte le radici della discriminazione, di consolidare prove, di approfondire le vicende dell’ebraismo italiano che sembra essere ancora frainteso e sconosciuto.
Perché come affermava Umberto Eco: ‘Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle nuove forme-ogni giorno, in ogni parte del mondo’.