Un’esperienza ventennale da scenografo e sfx artist per il mondo di pubblicità, televisione e cinema, collaborazioni di prestigio con Gabriele Salvatores e Lina Wertmuller, poi l’esordio alla regia con RIDE: Jacopo Rondinelli firma il suo primo thriller-action movie dedicato ad uno sport estremo; scritto e co-prodotto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, già conosciuti per Mine del 2016 e da Marco Sani. In programmazione nelle sale italiane il 6 settembre, RIDE non è solo il titolo di un film. Al pubblico, amante di sport estremi e non, viene offerto un pacchetto completo di prodotti di intrattenimento che promettono una full sensorial immersion multimediale. Un’operazione di promozione a 360° gradi, che coinvolge vari attori e che esprime l’ambizione di appassionare millenials, e non, alle storie dei protagonisti, ma soprattutto all’innovazione filmica che introduce. La proiezione in sala del film, sarà accompagnata dall’uscita del libro “Ride – il gioco del custode”, una prosa da thriller che di fatti fa da spin-off. Il libro, tratto da una storia di Adriano Barone e Fabio Guaglione, predilige il racconto di personaggi altri, la cui vita ruota intorno a Max (Lorenzo Richelmy) e Kyle (Ludovic Hughes), i protagonisti del film. Al libro e al film, come se ci trovasse di fronte ad una scatola cinese narrativa, gli amanti del genere comic book troveranno in edicola, con la Gazzetta dello Sport, il fumetto che vi si ispira. Nel fumetto viene approfondita la storia di Clara (Simone Lagarba), uno dei personaggi principali del film. Il comic book promette di essere una vera e propria chicca per i collezionisti. Pubblicato con 6 diverse cover tutte firmate da alcuni dei migliori disegnatori e fumettisti italiani (da Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Giuseppe Camuncoli, Matteo Lolli a Emanuela Lupacchino, Marco Mastrazzo), presenta testi curati da Fabio Guaglione e Adriano Barone e disegni realizzati da Andrea Broccardo, già matita di eccellenza della Marvel Comics e della Sergio Bonelli Editore.
Ride presenta una sceneggiatura semplice e di facile comprensione. I protagonisti sono due giovani affascinati dall’estremo, due rider acrobatici, inebriati dall’idea di sballare la normalità incombente, come minaccia all’esperienza della propria libertà ‘di’ o ‘da’. Dei due, Kyle racconta una personalità più complessa, in conflitto tra una famiglia, una compagna ed una bambina, da mantenere e il desiderio di ‘correre più veloce quando le cose si mettono male’. Max, l’amico fraterno, appare come lo scapestrato, quello più scaltro: entrambi narcisi, sempre esposti al socialmente virtuale, tra selfie e riprese live dell’estremo quotidiano. Il finale sarà a sorpresa, operando, pur con qualche forzatura, un rovesciamento nella caratterizzazione dei personaggi. Tra dubbi, grane e la necessità di far soldi, i due si ritrovano presto a ‘dover’ accettare l’invito, da parte della misteriosa Black Babylon, a partecipare ad una gara di downhill. In palio ci sono 250.000 dollari e la necessità di salvare la vita. È qui che inizia la gara che mette in palio invece la loro sopravvivenza.
L’originalità del film è tutta affidata alla scelta di mischiare generi e linguaggi in un mix adrenalinico, a tratti stordente grazie alla tecnologia delle action cam trasferita al cinema. Le GO PRO permettono allo spettatore di entrare nella dimensione estrema delle follia rider. Per buona parte del film, le scene sono girate in soggettiva con rapidissime variazioni scenografiche tra scorci di panorama trentino mozzafiato e dettagli da rider inzaccherato. Il film dura poco più di 100 minuti e a tratti si ha l’impressione di star vivendo un’esperienza da video gioco: ai titoli di coda si è vinto forse l’accesso ad un’ipotesi di nuova frontiera del cinema italiano.