Quando ho visto in giro i cartelloni pubblicitari che annunciavano l’imminente uscita di Lilo e Stitch al cinema ho vissuto un dejavu.
Già perché un titolo così mi sembrava di averlo già sentito e persino Stitch il protagonista, quella sorta di cane blu, mi era famigliare.
Così sono andato a sbirciare sul web, scoprendo che il mio non era un vaneggiamento: infatti, il duo formato da Lilo, bambina sei enne hawaiana e da “Esperimento 626” un alieno che si ritrova sulla Terra, era già apparso negli schermi oltre venti anni fa.
Remake live action è la definizione tecnica di un classico dei cartoni animati che viene riproposto con attori in carne e ossa e mai come questa volta la storia funziona benissimo anche riproposta.
Non è un caso che, nel primo fine settimana nelle sale cinematografiche, il film risulti il più visto in Italia con 1.093.401 spettatori e un incasso di € 8.411.121, attestandosi così come film con la miglior apertura del 2025.
Le motivazioni di questo successo sono diverse. Da un lato il budget promozionale messo in campo da Disney appare faraonico nei numeri (sembra che siano stati realizzati investimenti per oltre 200 milioni di dollari tra eventi promozionali e marketing ma che nel solo primo fine settimana la cifra sia stata già recuperate per metà a livello planetario…) ma anche molto ben preparato nell’organizzazione: per celebrare l’uscita del film nei cinema, 626 (il “suo” numero) peluche di Stitch hanno “invaso” la Terrazza del Pincio a Roma e sono stati poi donati a MediCinema per raccogliere fondi a sostegno dei progetti di cineterapia. Inoltre, sono state organizzate proiezioni di raccolta fondi a Milano e Roma, oltre che di due proiezioni nelle sale degli ospedali (ad esempio Gemelli di Roma e Niguarda di Milano) per i piccoli pazienti e le loro famiglie, portando la magia delle storie e dei personaggi Disney a chi ne ha più bisogno.
Oltre a questo lancio in grande stile, a rendere vincente questo remake è probabilmente il potere dei buoni sentimenti che il cinema riesce in ogni occasione a trasmettere, non solo ai più piccoli, ma anche ai grandi e che potrebbe ricordare, a grandi linee, il capostipite dei film del genere, vale a dire quell’ET del 1982 magistralmente girato da Spielberg.
Per chi non avesse visto il classico del 2002, Lilo & Stitch narra la storia di una bambina hawaiana (Lilo), orfana di madre e padre che vive con una sorella maggiorenne, che pensando di vedere una stella cadente esprime il desiderio di avere un “amico del cuore” e si imbatte proprio nell’alieno fuggitivo – che ribattezza Stitch – che si aiutano a vicenda a cavarsela nel mondo e a comprendere l’importanza e il valore dell’amicizia e dei legami sentimentali. Perchè, come ci dicono nel film, “ohana” significa famiglia, che non è sempre perfetta ma resta sempre buona…
Il film è diretto dal pluripremiato regista Dean Fleischer Camp –che già aveva mostrato le sua capacità nel dirigere “Marcel the Shell” – con la sceneggiatura di Chris Kekaniokalani Bright e Mike Van Waes, ed è interpretato da Sydney Elizebeth Agudong, Billy Magnussen, Tia Carrere, Courtney B. Vance e Zach Galifianakis, e vede il debutto di Maia Kealoha.
Lilo & Stitch è prodotto da Jonathan Eirich, p.g.a. e Dan Lin, con Tom Peitzman, Ryan Halprin, Louie Provost, Thomas Schumacher come produttori esecutivi.
È morbidoso, è caotico, è Stitch. #LiloEStitch