Denzel Washington non è atterrato a Cannes. È precipitato come una meteora divina. In una manciata di ore — tra un Otello tragico e un volo a velocità soprannaturale — ha attraversato l’oceano per un solo obiettivo: bruciare il red carpet con l’intensità di un dio classico in tuta da teatro.
Il Festival gli ha spalancato le porte come si fa con un re — ma non un re qualunque: uno stregone delle scene, un demiurgo del linguaggio scenico. Sul palco, accanto a un commosso Spike Lee in completo Knicks-style, Denzel ha ricevuto una Palma d’Oro onoraria sparata fuori da una costellazione imprevista, prima ancora della proiezione di Highest 2 Lowest, il film che già nel titolo promette di buttarci giù per le scale della realtà per poi prenderci a calci nelle costole dell’identità. “È una sorpresa totale per me”, ha detto lui. “Questo è mio fratello”, ha Lee.
La platea era in delirio. Non un delirio calmo. Un delirio apocalittico con trombe blues e archi shakespeariani. Il film non era nemmeno ancora iniziato. Perché Denzel fosse a Cannes è già leggenda. Ha strappato il suo unico giorno libero da una produzione teatrale titanica: interpreta Otello a Broadway come se fosse un generale di guerra e un predicatore del cuore umano allo stesso tempo. Il palco è il Vivian Beaumont Theater, ma potrebbe anche essere una trincea emotiva.
Il Festival ha anticipato il photocall a mezzogiorno – atto sacrilego contro il protocollo – solo per incastonare il volto stanco e magnetico di Denzel nel firmamento della Croisette, prima che risalisse in aereo come un vampiro della scena che scompare all’alba.
Highest 2 Lowest non è solo un remake di High and Low di Kurosawa. È un’allucinazione urbana filtrata attraverso lo sguardo di un regista che conosce la rabbia come una sinfonia. Denzel è un uomo d’affari devastato, pieno di soldi e tormenti, inseguito da fantasmi etici e dallo sguardo incollato su un burrone sociale. Accanto a lui? A$AP Rocky che brilla come un glitch umano in una pellicola neorealista, mentre Spike Lee — regista e mitologo urbano — dirige come se stesse evocando spiriti nel Bronx.
Distribuito da A24 dal 22 agosto, Highest 2 Lowest arriverà anche su Apple TV+ il 5 settembre, ma prima ha fatto irruzione a Cannes come una mina emotiva, lanciata in extremis perché, dicevano, “non sapevano se Denzel ci sarebbe stato”. Eppure eccolo: c’era, c’è stato, e ha fatto esplodere la sala.
Il premio a Denzel non è solo una medaglia, è un incantesimo cucito addosso a un interprete che passa con la stessa facilità da Shakespeare a un film-furore, da Training Day a The Tragedy of Macbeth. La Palma d’Oro onoraria a sorpresa, come quella data a Tom Cruise nel 2022, qui ha avuto il sapore di un’epifania: “il cinema esiste perché esiste lui”, diceva uno del pubblico in lacrime.
Tra un flash e l’altro, un giornalista ha giurato di aver visto le luci della Croisette tremare mentre Denzel stringeva il premio. Ma forse era solo stanchezza.
O forse no.
Washington è poi volato via come era arrivato, tornando a teatro per urlare ancora una volta: “Desdemona!”. Ma per chi c’era, per chi ha visto la Palma consegnata in un silenzio che sembrava sacro, Cannes 2025 sarà sempre il giorno in cui Denzel è apparso dal nulla per riscrivere le regole del mito.