Pasqualino Settebellezze (1975) occupa un posto unico nella storia del cinema, rappresentando l’apice della carriera di Lina Wertmüller e della sua collaborazione con Giancarlo Giannini. Questo film, recentemente restaurato e presentato alla 42ª edizione del Torino Film Festival, ha segnato un momento storico non solo per la sua qualità artistica, ma anche per il riconoscimento internazionale ricevuto, culminato con quattro nomination agli Oscar, tra cui la prima per una donna come miglior regista.
La trama si concentra su Pasqualino, un piccolo delinquente napoletano che, spinto dall’ossessione per l’onore familiare, si ritrova coinvolto in un omicidio. La sua discesa agli inferi lo conduce in un campo di concentramento nazista, dove cerca di sopravvivere seducendo la comandante del campo, un personaggio glaciale interpretato da Shirley Stoler. Attraverso questo percorso, il film esplora la condizione umana in tempi di estrema crisi, mostrando come l’egoismo e la paura possano spingere l’individuo a compromessi inimmaginabili.
Contesto e impatto culturale
Negli anni ’70, Wertmüller si affermò con film come Mimì metallurgico ferito nell’onore e Film d’amore e d’anarchia, opere che affrontavano temi controversi come sesso e potere, attirando l’attenzione di un pubblico intellettuale. Pasqualino Settebellezze, con la sua rappresentazione brutale e spietata dell’antieroe, andò oltre, rompendo i canoni tradizionali e proponendo una riflessione universale sulla disumanità e sulla sopravvivenza.
Il successo internazionale del film, specialmente negli Stati Uniti, contribuì a consolidare la fama di Wertmüller, paragonata a maestri come Fellini e Bergman. Tuttavia, il film non fu privo di controversie. Pasqualino è una sintesi delle contraddizioni umane. La sua capacità di sopravvivere, nonostante il prezzo morale e umano pagato, lo rende un personaggio universale, capace di interrogare lo spettatore su questioni etiche e sulla resilienza. In questo senso, il film non offre risposte consolatorie, ma costringe il pubblico a confrontarsi con una realtà scomoda.
Eredità e attualità
La recente presentazione al Torino Film Festival ha permesso di riscoprire un’opera che, a quasi 50 anni dalla sua uscita, continua a essere attuale. La Stella della Mole conferita a Giannini è un tributo a una carriera straordinaria e a un film che, nonostante la sua durezza, resta un capolavoro del cinema mondiale. Pasqualino Settebellezze non è solo un’opera cinematografica: è una lezione di storia, una riflessione sulle fragilità umane e un esempio di come il cinema possa trasformarsi in uno specchio spietato della società.