Luigi, interpretato da Francesco Gheghi, già noto per ruoli in Mio fratello rincorre i dinosauri e Padrenostro, in cerca di un’identità e di un senso di appartenenza, si unisce a un gruppo di estrema destra, trovando in quel contesto un rifugio per la sua rabbia e il suo bisogno di controllo. Tuttavia, l’ombra di suo padre continua a perseguitarlo, alimentando un conflitto interiore che lo spinge sempre più verso un destino tragico.
Costabile intreccia magistralmente diversi generi cinematografici, dal thriller psicologico all’horror, per creare un melodramma nero che non lascia scampo allo spettatore. La violenza, sia fisica che psicologica, è rappresentata in tutta la sua crudezza, mostrando le cicatrici indelebili che lascia sui protagonisti, specialmente su Luigi, che vede il suo passato trasformarsi in un futuro altrettanto oscuro.
La regia di Costabile è attenta e sensibile nel ritrarre le sfumature emotive dei personaggi. La periferia romana, con le sue geometrie rigide e opprimenti, diventa non solo il palcoscenico della storia, ma anche una metafora visiva della prigione emotiva in cui Luigi e la sua famiglia sono intrappolati.
Licia, la madre, rappresenta il dramma di molte donne che, nonostante il desiderio di proteggere i propri figli e di liberarsi da una relazione tossica, finiscono per essere risucchiate nuovamente nella spirale della violenza, tradite da istituzioni incapaci di offrire il supporto necessario. La sua lotta silenziosa e il suo senso di colpa sono tratteggiati con grande delicatezza, mostrando la complessità delle emozioni che accompagnano chi vive in contesti di abuso.
Familia non è solo un racconto di denuncia contro la violenza domestica e istituzionale, ma anche un monito sull’importanza di riconoscere e rispondere ai segnali di allarme. Costabile ci mette di fronte alla cruda realtà di una famiglia abbandonata a se stessa, che implode sotto il peso delle proprie tragedie. Il film è un viaggio attraverso l’oscurità dell’animo umano, ma anche un tentativo di rinascita, un percorso che porta i protagonisti – e chi guarda – a confrontarsi con le proprie paure e a cercare, a qualsiasi costo, una via d’uscita.