Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente date alle fiamme.
Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia.
Ma c’è chi questo sistema non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il passato.
Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di trovarli… Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di Roma.
NOTE DI REGIA
Affrontare una serie dal respiro internazionale come SUBURRÆTERNA significa calarsi nei panni dello spettatore e condurlo, con soddisfazione, nei meandri del mondo di mezzo.
Per fare questo abbiamo cercato di conoscere a fondo il linguaggio delle tre stagioni di Suburra, provando poi ad essere ancora più audaci e aumentare maggiormente il dinamismo e le connessioni dei tre mondi che dovevamo raccontare. Se il Vaticano e la Politica prediligevano un linguaggio più asciutto e formale, quello della Strada si prestava ad un utilizzo della macchina a mano e a movimenti più ampi.
Bramosia di potere e corruzione permeano la storia e fanno da filo conduttore per il movimento interiore dei personaggi, in una Roma che è essa stessa un personaggio protagonista del racconto. Dopo che un potere costituito ha stabilito le regole del gioco, i nuovi barbari arrivano per sovvertirlo. E chi riuscirà a vincere la sfida finale salirà sul trono del comando.
NOTE DI PRODUZIONE
Il concetto che c’è sempre stato alla base dell’universo Suburra, prima il film, poi la serie e ora
questo nuovo capitolo che sta per iniziare, è che le dinamiche raccontate, l’incrocio di questi tre mondi (politica, criminalità, Vaticano), che si incontrano in questo non-luogo di mezzo che esiste solo a Roma, non cambiano da duemila anni. E questo fornisce un bacino pressoché inesauribile di storie e di personaggi, ecco perché quando Netflix ci ha proposto di ampliare l’universo Suburra abbiamo subito accettato: era una sfida, ma sapevamo che c’era ancora molto da raccontare.
Nuovi barbari che cercano di prendersi la città e vecchie leve che provano a difendere le proprie posizioni, in un eterno conflitto dove nessuno può vincere, perché Roma non si fa conquistare, al massimo si può amministrare, altrimenti è il caos. Da subito la scelta più naturale per scrivere questo nuovo capitolo è stata quella di coinvolgere gli stessi autori che già avevano partecipato alla parte conclusiva di Suburra – La Serie: Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli – che ricoprono anche il ruolo di Head Writers – insieme a Andrea Nobile, Camilla Buizza e Marco Sani. La loro capacità di raccontare Roma e le sue contraddizioni è stata fondamentale, non solo per rifondare un mondo nuovo da cui partire, ma anche per trasformare tutto ciò che del precedente capitolo era rimasto.
I personaggi ereditati da Suburra: La Serie, da Spadino a Cinaglia, da Angelica a Nadia, tornano quasi irriconoscibili, cambiati radicalmente nei tre anni che ci separano dal finale della terza stagione. E a loro si aggiungono le nuove leve, che danno linfa al racconto grazie ad attori di talento come Marlon Joubert, Aliosha Massine, Federigo Ceci, Giorgia Spinelli, Yamina Brirmi, Morris Sarra e un giovanissimo Gabriele Di Stadio.
Il nostro obiettivo è stato proprio quello di contrapporre i ruoli storici di Suburra – La Serie, pur molto distanti da come ce li ricordavamo, ad un nuovo gruppo di protagonisti, che avessero il carisma per conquistare il cuore del pubblico tanto quanto gli altri. In modo da creare un conflitto ad armi pari, dove non è affatto scontato per chi farà il tifo il pubblico. E siamo molto curiosi di scoprirlo, perché anche per noi è stato un po’ come tornare a casa, ma in una casa dove tutto è cambiato e che non si può più guardare con gli stessi occhi. E in questo è stato fondamentale l’apporto dei due registi, Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda, entrambi cresciuti artisticamente all’interno del genere crime, che hanno affrontato quest’avventura portando uno sguardo vergine. Hanno raccolto un testimone importante, rispettando l’eredità che veniva loro consegnata, ma dando forma ad una serie che ha tutta l’ambizione e la forza di prendersi il suo spazio indipendente. Siamo molto felici del percorso che è stato fatto e crediamo fortemente che SUBURRÆTERNA possa conquistare sia chi sentiva la nostalgia di casa, sia chi, invece, ha voglia di farsi stupire da una nuova avventura.
NOTE DEGLI HEAD WRITERS
Sembrava sparita. Finita. E invece la Suburra viveva sotterraneamente, nei nostri cuori, come in quello degli spettatori.
E ora riemerge.
Perché Suburra è l’intreccio di relazioni che a Roma legano indissolubilmente politica, religione e malaffare.
La Città Eterna genera SUBURRÆTERNA.
Nella ruota degli affari, degli scambi, delle vendette, qualcuno è sparito, inghiottito dalla storia. Figure già nel mito: Aureliano, Samurai, Manfredi. Ma altri emergono, e giostrano assieme ai sopravvissuti.
Per noi scrittori è stato emozionante tornare ai vecchi personaggi, e avventuroso inventarne di nuovi.
Anche perché stavolta eravamo veramente lontani anni luce dal libro e dal film da cui tutto era partito.
Ma se eravamo riusciti a pescare da quel mazzo un personaggio radicalmente nuovo come Spadino, sentivamo di poterlo fare di nuovo. E sotto quello stesso spirito, sotto quella stessa emozione, sono nati Damiano, Ercole, la Murtas e il cardinale Armando Tronto.
Roma è sempre lì, che li osserva tutti, come una Sfinge immobile nel tempo.
Li vede, uomini e donne, affannarsi voraci alla ricerca di un posto illuminato, di un profitto, scambiarsi favori o revolverate.
Sta ferma, vecchia di tremila anni, e sorride.
E anche noi.
Nel cast Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino e Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia, mentre Carlotta Antonelli e Federica Sabatini tornano a vestire i panni rispettivamente di Angelica e Nadia, così come Paola Sotgiu e Alberto Cracco quelli di Adelaide e Nascari. Accanto a loro, nuovi personaggi stravolgeranno gli equilibri di Roma: Marlon Joubert è Damiano Luciani, Aliosha Massine è Ercole Bonatesta, Federigo Ceci è Armando Tronto, Yamina Brirmi e Morris Sarra sono Giulia e Cesare Luciani (fratelli gemelli di Damiano), mentre Giorgia Spinelli interpreta Miriana Murtas e Gabriele di Stadio il giovane Victor Anacleti.
La serie è scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writers, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione. Ciro D’Emilio è alla regia dei primi quattro episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi quattro. Gina Gardini è la showrunner della serie che è tratta dall’opera letteraria Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi Editore.