“C’è ancora domani” è il film che vede Paola Cortellesi esordire dietro la macchina da presa. La pellicola aprirà la Festa del cinema di Roma e sarà visibile al cinema dal prossimo 26 ottobre.
La trama del film “C’è ancora domani”
Il lungometraggio attinge a piene mani al neorealismo e ci porta indietro nel tempo, in una Roma dove è possibile reinventare le funzioni di quegli spazi, all’interno della città, distrutti dalla guerra. Le periferie, i quartieri proletari, i nuovi complessi dell’edilizia popolare, i mercati rionali, la vita dei vicoli, diventano i nuovi scenari entro cui far muovere nuovi protagonisti sociali. Al centro della storia di “C’è ancora domani” ci sono le vicende della famiglia di Delia, interpretata da Paola Cortellesi, popolana sposata con Ivano, marito che ricorre spesso all’uso della cinghia per affermare il suo ruolo di padrone assoluto, che ha il volto di Valerio Mastrandrea. Madre di tre figli e lavoratrice, Delia fa anche da badante al dispotico suocero (Giorgio Colangeli).
Delia e Ivano vivono in una borgata emarginata e povera, lontana dal centro della città; il centro di Roma, sede della vita economica, legale o illegale, in cui viene sottolineata l’emarginazione e l’isolamento dei sottoproletari delle borgate, presi di mira dagli abitanti del centro a causa della concorrenza per la ricerca di un lavoro.
Paola Cortellesi dà voce alle donne vittime di violenza domestica
“Delia sembra una delle trame -sempre un po’ sinistre- di molte fiabe per bambine – spiega la regista in conferenza stampa – e invece è storia, piuttosto consueta, di una famiglia italiana qualunque, nella seconda metà degli anni ’40. Avevo in mente quest’immagine e il desiderio di mettere in scena, attraverso Delia, le donne che ho immaginato dai racconti delle mie nonne; vicende drammatiche, narrate con la volontà di sorriderne, storie di vite dure, condivise con tutti nel cortile. Gioie e miserie, tutto in piazza, tutto insieme sempre”.
Cortellesi dà voce a tutte quelle donne che non hanno fatto la storia, che hanno accettato una vita di prevaricazioni perché così era stabilito, senza porsi domande. Questo è stato. Questo, a volte, è ancora. “Leggendo con mia figlia un libro per bambine sulla storia dei diritti delle donne, ho trovato il riscatto di Delia, il finale di questo racconto, costruito passo dopo passo insieme ai miei inseparabili compagni di viaggio Furio e Giulia, che per primi mi hanno compresa, incoraggiata, stimolata. E si sono fidati di me“.
“C’è ancora domani” è la storia di una donna piuttosto inconsapevole, come tantissime donne dell’epoca che non hanno mai potuto scegliere nulla della propria esistenza ma a differenza di molte altre, Delia riesce a trovare un modo cominciare a costruire una vita migliore.