Il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan esplora la vita e l’opera di Robert J. Oppenheimer, “il padre della bomba atomica”, interpretato da Cillian Murphy, completamente calato nella parte di un uomo diviso tra l’amore per la scienza e i rimorsi di coscienza per aver contribuito a cambiare drammaticamente la storia del mondo.
Il film arriva al cinema dal 23 agosto con Universal Pictures Italia, un film monumentale dal cast stellare: Emily Blunt, Kenneth Branagh, Florence Pugh, Josh Hartnett, Jack Quaid, Matt Damon, Gary Oldman, Robert Downey Jr., Gustaf Skarsgård, Rami Malek, Scott Grimes, Dane DeHaan, Michael Angarano, Benny Safdie, David Krumholtz, Matthew Modine, Alden Ehrenreich, Dylan Arnold e Olivia Thirlby.
“Oppenheimer”: il distruttore di mondi
Oppenheimer riceve un incarico delicato dal governo degli Stati Uniti: dirigere il progetto Manhattan per sviluppare un potente ordigno durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Il fisico e un nutrito gruppo di importanti scienziati lavoreranno presso il celebre laboratorio a Los Alamos, nel Nuovo Messico, fondato appositamente per il progetto, portando alla creazione della bomba atomica, le cui conseguenze su Hiroshima e Nagasaki sono tristemente note.
Oppenheimer si rivela fin dalle prime scene un biopic non lineare, diviso in due linee temporali: “Fissione”, a colori, sui ricordi dello scienziato, la progettazione della bomba atomica fino all’esplosione, e “Fusione” girata in un elegante bianco e nero del direttore della fotografia Hoyte van Hoytema (“Interstellar”, “Tenet”) sulle fasi successive della sua vita.
Gli anni successivi al lancio delle bombe sulle città di Hiroshima e Nagasaki, il fisico sarà messo sotto processo da una speciale commissione.
Chi lo vuole togliere dalla circolazione lo accusa di simpatie e idee comuniste e di spionaggio durante la caccia alle streghe del senatore McCarthy. Quello che il regista di “Inception” e “Interstellar fa è seminare per tutta la durata del film gli indizi che delineeranno il profilo completo del protagonista, piccoli pezzi di un insieme di cui si vedrà il vero volto sola alla fine: la sua passione per la scienza, la fisica, il fascino per l’ignoto, per quello che poteva scoprire e costruire, i dilemmi etici, e poi la crisi esistenziale che lo tormenterà dopo gli attacchi nucleari nell’agosto del 1945.
Christopher Nolan non giudica né assolve Oppenheimer, ma conduce lo spettatore nella mente del fisico lasciandogli la “libertà” di trarre le conclusioni sulla sua vita e il suo operato.
Robert J. Oppenheimer: un uomo, uno scienziato, il peso della grande Storia sulle spalle
Il regista di Inception e da sempre ci ha abituati a spettacolari momenti di azione, a frenetiche corse contro il tempo, in “Oppenheimer” ci fa perdere nei meandri della scienza, criptica, affascinante, ma anche nelle logiche di potere descritte nella linea “procedurale” del film senza sacrificare l’aspetto intimista che è il cuore di questo film girato in pellicola IMAX, fatto di formule, di fiamme e di particelle che riempiono lo schermo, e di una suggestiva colonna sonora, quella di Ludwig Göransson.
A prestare il volto al fisico lo straordinario Cillian Murphy che riesce a restituire tutto il sentire e il carico emotivo di un uomo alle prese con la grande Storia e con la sua coscienza. Come Prometeo che rubò il fuoco agli Dei per darlo agli uomini e per questo condannato a un’atroce sofferenza, così Oppenheimer si condanna allo strazio.
Un enorme e drammatico paradosso, come una delle teorie quantistiche che spiega a uno studente, per un uomo che era convinto che con la sua invenzione avrebbe scongiurato altre guerre.
Il volto emaciato di Murphy, i grandi ed espressivi occhi celesti sempre volti un tempo a guardare altrove, a indagare l’ignoto, dopo Hiroshima e Nagasaki vedranno solo morte e distruzione.
Da tenere d’occhio in particolar modo anche le incisive interpretazioni di Robert Downey Jr. nella parte del senatore Lewis Strauss, e quella di Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves, capo militare del Progetto Manhattan.