Anna Frank e il diario segreto,al cinema dal 29 settembre, inizia con una magia: Kitty, l’amica immaginaria alla quale Anna Frank scriveva nel suo celebre diario, prende vita nella Amsterdam dei nostri giorni e, ignara del fatto che siano trascorsi 75 anni, è decisa a ritrovare la sua vecchia amica Anna: sarà l’inizio di un viaggio avventuroso.
Dopo Valzer con Bashir, acclamato a livello internazionale, Ari Folman, vincitore del Golden Globe e candidato all’Oscar®, ritorna con un adattamento del celeberrimo Diario di Anna Frank. Qual era l’obiettivo del regista israeliano? L’intenzione del regista è stata quella raggiungere il pubblico più giovane”, far conoscere ai ragazzi la tragica storia di Anna Frank. Dopotutto, si tratta di un film di animazione che descrive le esperienze dei giovani, trasmette messaggi semplici e non mostra in dettaglio le atrocità dell’Olocausto. Ma gli sforzi creativi e intellettuali del film lo rendono adatto anche ad un pubblico di adulti. La fondazione Anne Frank di Basilea – ha detto il regista – mi ha contattato otto anni fa, chiedendomi di realizzare proprio un film di animazione. Cercavano una nuova dimensione attraverso la quale raccontare la storia dell’Olocausto”. Poi è emersa l’idea di portare in vita Kitty per darle il ruolo di protagonista del film, affidandole il ruolo di narratrice.
Il diario di Anna Frank è probabilmente il libro più celebrato mai scritto da un’adolescente, un testo sacro per alcuni e uno strumento didattico che illustra le conseguenze estreme del nazismo. Eppure il film non racconta la storia di Anna Frank ma riannoda i fili della memoria storica a lei legata e del suo significato simbolico. Kitty gira l’Europa di oggi per ritrovare l’amica tanto amata. Armata del prezioso diario e aiutata dal suo amico Peter, che gestisce un centro di accoglienza segreto per rifugiati clandestini, Kitty segue le tracce di Anna, dall’Annessione alla sua tragica fine durante l’Olocausto.
Kitty si rende conto mentre vaga per Amsterdam che Anne Frank è diventata poco più di un simbolo mentre la lezione del suo mito è svanita. Il ricordo dell’Olocausto e la storia di Anna non hanno insegnato nulla all’umanità. Il mondo ignora e reprime il messaggio del diario, continua a opprimere i deboli, rappresentati nel film dai profughi in fuga dalle zone di guerra.
Folman traccia molto bene i parallelismi tra l’ascesa dei nazisti e l’attuale rinascita del nazionalismo di estrema destra in Europa. E se l’obiettivo era avvicinare i giovani alla storia di Anna Frank, nel film è pienamente raggiunto. Eppure non si può fare a meno di storcere il naso davanti ad alcune scelte di regia. Tra queste la scena decisamente di cattivo gusto in cui un’Anna prebellica si pavoneggia per una strada spiegando come tutti i ragazzi che conosce siano innamorati di lei. Mentre la battuta sul famigerato viaggio di Justin Bieber al museo nel 2013 è semplicemente sdolcinata. Anche la recitazione vocale distrae; presumibilmente nel tentativo di attrarre un mercato di massa, tutti i personaggi parlano con accenti americani o britannici nonostante il film sia ambientato nei Paesi Bassi.
Anna Frank e il Diario Segreto rimane un film da vedere perchè ci ricorda quanto sia importante per noi cambiare come società in un mondo dove ci sono 27 milioni di rifugiati.