Ci sono molti modi per parlare di confini e di libertà, per affrontare un tema sempre attuale e sempre doloroso come quello delle divisioni, delle identità spezzate, delle riunificazioni impossibili, e il regista cipriota Marios Piperides ha scelto, con la sua opera prima, di percorrere senza indugi la via della commedia con “Torna a cas Jimi! – 10 cose da non fare quando perdi il tuo cane a Cipro” uscirà nelle sale il 18 aprile in 20 copie con Tucker Film. E’ una commedia di frontiera (in tutti i sensi), in cui la cronaca della vita quotidiana in un’isola mezza greca e mezza turca diventa allegro paradosso e dove il detonatore di un surreale meccanismo diplomatico-burocratico è un piccolo quadrupede.
La vicenda si svolge a Nicosia, l’ultima capitale spaccata in due del pianeta. Secondo la legge, approvata anche dall’Unione Europea, nessun animale, pianta o prodotto può essere trasferito dal settore greco di Cipro a quello turco. E viceversa. Così, quando il cane Jimi Hendrix (!) attraversa accidentalmente la zona cuscinetto dell’ONU, il suo padrone e rocchettaro spiantato Yiannis (Adam Bousdoukos, già protagonista del cult “Soul Kitchen” di Fatih Akin, premiato al Festival di Venezia del 2009 con il Leone d’Argento) deve fare di tutto per riportarlo indietro. E “fare di tutto” significa una cosa sola: violare la legge, perché il povero Jimi è diventato automaticamente merce di contrabbando!
“Attraverso la semplice storia di un uomo che perde il proprio cane – dice il regista di Nicosia – ho cercato di mostrare la complessità del problema, la quotidianità di chi vive lì. In un film non devi essere troppo didattico ma puoi mostrare molte cose”
Vincitore del premio come Miglior film all’ultimo Tribeca Film Festival, nella sezione International Narrative Competition, “Torna a casa, Jimi!” (“Smuggling Hendrix“, titolo originario) è una divertente e stravagante commedia ricca di situazioni rocambolesche e con sottofondo l’assurdità dei confini e la possibilità di abbatterli solo grazie ad un incontro aperto, di fiducia tra le due parti per giungere alla riunificazione. Anche se la storia è espressa dal punto di vista cipriota, il messaggio del film non è solo attuale ma anche globale. Ed è ben comprensibile nella scritta al neon di un negozio di biancheria intima femminile che apre e chiude il film: NO BORDERS (Nessun confine). E’ una triste realtà che pesa, geograficamente e personalmente, come ben dimostra il rapporto tra Yiannis e Hasan (un bravissimo Fatiuh Al), che vive nella casa d’infanzia del protagonista: Yiannis la ritiene ancora di sua proprietà, Hasan ne sostiene il possesso, pur sentendosi in essa come un profugo. Mia o tua alla fine non importa, quel che è importante è il conoscersi e aiutarsi.
“Non volevo fare un film drammatico – continua Piperides – con la commedia è più facile parlare di questioni così delicate: puoi spingerti oltre e anche prenderti in giro per l’inaccettabile e ridicola situazione in cui ti trovi“.
Alcune righe storiche per meglio comprendere l’assurdità di una divisione che ancora persiste e crea tanti disagi. Per più di quattro decenni, Cipro, ex colonia britannica, è stata al centro di una disputa tra Grecia e Turchia. I tanti scontri etnici spinsero alla creazione da parte dell’Onu di una zona cuscinetto, denominata “linea verde”, che divise in due Nicosia, capitale dell’isola. Nel 1974, a seguito di un tentato colpo di stato greco, le truppe turche invasero la parte settentrionale di Cipro e, nel 1983, proclamarono la Repubblica Turca Indipendente di Cipro del Nord. Uno Stato ancora oggi non riconosciuto da alcun paese, eccezion fatta per la Turchia.
https://www.youtube.com/watch?v=IMw96pOh-jI
Torniamo al film. Decisamente un buon debutto nel mondo del lungometraggio per Marios Piperides (nato a Nicosia nel 1975, ha studiato negli Usa ed è tornato a Cipro nel 2002): riesce a sfruttare in modo coinvolgente, e senza essere didascalico, la leggerezza della commedia per arrivare a fare della seria critica sociale.
“Sono cresciuto sentendomi raccontare che i turchi erano il mio nemico – ha detto il regista -. Ho dovuto aspettare l’apertura del check-point, nel 2003, per poter visitare una parte della mia patria dove non avevo mai messo piede. Tutto mi è apparso strano e diverso ma, contemporaneamente, familiare. I luoghi, l’architettura, gli odori, la gente: ho provato la paradossale sensazione che tutta quella estraneità mi fosse familiare!”. “Come accade a Yiannis e Hasan, i protagonisti del film . ha aggiunto Piperides – quando inizi a conoscerti e a parlarti, sempre con rispetto dell’altro punto di vista, capisci che è il modo giusto per vivere insieme. Costruire muri e dividere le persone non porta da nessuna parte”.
E saggia decisione di voler far conoscere il film anche al pubblico italiano (in sala il prossimo 18 aprile) è stata quella della Tucker Film, la casa di distribuzione friulana che fin dalla sua fondazione, nel 2008, è risucita a ritagliarsi uno spazio ben definito nel campo della distribuzione indipendente, portando nel nostro Paese diversi capolavori premiati in festival prestigiosi ma senza distribuzione: solo per citarne alcuni, “Departures” (Oscar enl 2009 come Migiore film Straniero), “Class Enemy” (Premio Fedfeora come Migliore film alla Mostra di Venezia nel 2013), “Sole alto” (Premio della giuria Un certain Regard al Festival di Cannes 2015).