Scritto da Rosaria Della Ragione con Elisa Licciardi, Che cos’è la felicità, in scena al Teatro Manhattan il 9 marzo, è il primo lavoro teatrale della giovane autrice. La risposta più plausibile è che abbiamo tutti, chi più o chi meno, una percezione di quale strada percorrere per avvicinarsi a quello stato emotivo di totale benessere.
“Io ho imparato a ricercare la felicità nelle piccole cose, forse anche quelle più scontate ma durature” – spiega Della Ragione – “e per una sera vorrei riuscire a trasmettere la speranza e la voglia di osare a tutti gli spettatori”. Racconta poi dei timori iniziale di cadere nelle trappole della psicoanalisi. “Alla fine ho tratto ispirazione da stralci di vita vera, vita quotidiana. Situazioni comuni ed allo stesso tempo vere, autentiche. Alla fine portiamo in scena quattro situazioni totalmente differenti in cui ognuno di noi si può immedesimare. Perché se è vero che la felicità è qualcosa di astratto, allo stesso è presente in ogni nostro pensiero, in ogni nostra azione … diventando, così, reale”.
Per evitare il rischio di annoiare il pubblico “vomitando” parole prive di significato e quindi “vuote”, Della Ragione “confessa” che il trucco è “avere sempre in mente un’immagine connessa a ciò di cui si sta parlando, in modo tale che se l’attore stesso visualizza quell’immagine, allora anche il pubblico la vedrà. È importante – aggiunge – anche ricorrere a quella parte di memoria emotiva che ci riporta a vivere sensazioni analoghe a quelle descritte nel monologo. Il lavoro sul testo ma soprattutto su sé stessi, gioca un ruolo fondamentale nella buona riuscita della performance”.
Rosaria ed Elisa sono due giovani protagoniste del nuovo teatro italiano ma con alle spalle un solido background. “Nonostante abbia ricevuto una formazione più incline al teatro “classico” e miei modelli di riferimento siano Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e Sofia Loren – sottolinea Licciardi – mi sento più vicina al modello comico. Amo molto Virginia Raffaele grande caratterista, così come i fratelli Guzzanti, Anna Marchesini, passando per quella comicità più datata ma pur sempre attuale di Bice Valori, Franca Valeri e Ave Ninchi. Ma ci sono poi due grandissime attrici che porto nel cuore per le emozioni che mi hanno regalato, nonostante le abbia viste solo attraverso i loro film, sto parlando di Anna Magnani e Giulietta Masina”.
Una ironia frizzante, uno spettacolo che promette di diventare un vero e proprio cult, tra riflessioni profonde e battute pungenti. “Mi è sempre stato detto che è molto più difficile far ridere che far piangere e devo dire che è così”, dice ancora Licciardi. “Per diventare un attore o un’attrice comica, insomma non basta puntare unicamente su parolacce o battute a sfondo sessuale. La comicità, dal mio punto di vista, nasce attraverso l’acuta osservazione di modi di fare particolari tipici di quell’individuo, che sia un modo di camminare o di parlare”.