Lo scienziato inglese Stephen Hawking è morto nella sua casa di Cambridge all’età di 76 anni. Il genio dell’astrofisica, a cui era stata diagnosticata a soli 21 anni la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la malattia che blocca progressivamente le funzioni vitali, non solo ha superato ogni previsione sull’aspettativa di vita, ma è diventato una delle figure più importanti in campo scientifico. Costretto a vivere su una sedia a rotelle, dal 2005 poteva solo comunicare grazie a un sintetizzatore vocale che interpretava i segnali inviati tramite un muscolo della guancia.
Hawking aveva acquisito fama e autorevolezza grazie soprattutto ai suoi studi sui segreti dell’universo. Ha ridefinito la nuova teoria spazio –tempo proponendo l’idea che i buchi neri “non sono così neri”, nel senso che questi dissipatori cosmici, sebbene non sfuggano nemmeno alla luce della loro attrazione gravitazionale, emettono radiazioni (oggi conosciute come “Radiazione di Hawking”, in onore del suo scopritore). Il suo libro “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988, è stato tradotto in più di quaranta lingue e ha venduto oltre dieci milioni di copie.
Alla costruzione del “mito Hawking” hanno contribuito il suo inimitabile talento per la divulgazione scientifica condito da un forte senso dell’umorismo. “La vita sarebbe tragica se non fosse divertente”, tra le sue frasi più celebri. Ma non c’è dubbio che la sua impressionante capacità di combattere malattia e disabilità avesse anche molto a che fare con l’ammirazione che aveva suscitato in tutto il mondo. Nell’ultimo discorso pronunciato dal palco del Reith Lecture al Royal Institute di Londra per festeggiare il suo 76esimo compleanno, Hawking ha lanciato un messaggio a chi soffre di depressione “Bisogna mantenere un atteggiamento positivo, trarre il massimo profitto da ogni situazione; se una persona ha una disabilità fisica, non può concedersi il lusso di essere anche psicologicamente disabile”.
Ospite nei panni di se stesso in serie di culto, da Star Trek: The Next Generation a I Simpson, da I Griffin a Futurama, fino alla sit-com The Big Bang Theory, Hawking era una vera e propria “superstar” globale della scienza. La sua storia è diventato un film nel 2014 con La teoria del tutto, dove a interpretare Hawking c’è Eddie Redmayne (ruolo per cui ha vinto l’Oscar).
Stephen Hawking in ultima analisi, sarà ricordato non solo per i suoi contributi alla comprensione della scienza, per aver difeso il diritto al suicidio assistito e all’eutanasia per i malati terminali, per aver avanzato l’ipotesi sull’esistenza degli alieni, per le sue battaglie contro povertà, ingiustizia e cambiamento climatico, ma anche per aver dimostrato quanto forte e vitale sia il potere della passione, in grado di avere la meglio su un fato avverso.