Woody Allen ha sempre avuto una particolare passione per Coney Island, tanto da inserire proprio nel suo parco dei divertimenti, sotto le sferraglianti montagne russe conosciute come ‘Cyclone’, la memorabile casa dell’infanzia di Alvy Singer in Io e Annie.
Il regista americano ha molti ricordi felici legati ai momenti trascorsi in quel luogo da bambino. “I suoi giorni di gloria appartengono ad un’epoca molto precedente alla mia nascita, ma quando ci andavo era ancora molto emozionante”, racconta. “Mi ha sempre colpito molto. Lì c’era tanta gente pittoresca, e così tante attività complicate e contrastanti che l’atmosfera era particolarmente vitale. Ho pensato che sarebbe stato uno scenario molto stimolante in cui ambientare una storia drammatica”.
Come molti dei suoi film, La Ruota delle Meraviglie è una storia che parla di amore e di tradimenti. Eppure la macchina dell’ironia non smette di lavorare per tutto il corso del film, facendoci uscire dal cinema con una riflessione, che tutto sommato, il vecchio Woody ha ancora qualcosa da raccontare.
“Che tu legga una tragedia greca, Stendhal, Tolstoj o Dickens, i rapporti d’amore sono sempre presenti, perché per molti sono fonte di angoscia e conflitti – racconta Allen. “Comportano l’emergere di situazioni e di sentimenti complessi, profondi, intensi e che ci confondono. In particolare sono sempre stato incuriosito dai problemi delle donne. Nel corso dei secoli gli uomini si sono sempre dimostrati poco capaci di mostrare la propria sofferenza. Il codice maschile impone di non lasciar trapelare il dolore.
Non c’è dubbio. Nei film di Allen le donne sono sempre state più aperte rispetto alle loro emozioni. Donne eccessive, dai toni esagerati. Come Ginny interpretata da un’immensa Kate Winslet a cui Allen regala un ruolo per dimostrare tutta la sua bravura. Quando appare per la prima volta sullo schermo lavora in una crostaceria di Coney Island, è intrappolata in un matrimonio di convenienza e si porta dentro le cicatrici di un passato doloroso. Ma Ginny è solo l’ultima in ordine di tempo di una lunga serie di eroine complesse, difficili e attentamente tratteggiate dal regista.
Nel momento più difficile della sua vita, Ginny ha incontrato Humpty (Jim Belushi), un uomo addolorato dalla morte della moglie e dalla fuga di sua figlia Carolina, che è scappata per sposare un malvivente locale. Sebbene Ginny e Humpty si aiutino reciprocamente a rimettersi in piedi sostenendosi l’un l’altro, Ginny sente che, sposando Humpty, si è adattata ad un genere di vita che non la soddisferà mai pienamente.
La routine della coppia viene interrotta dall’arrivo inatteso della figlia di Humpty, Carolina (Juno Temple), che Humpty non vede e non sente da cinque anni. “Carolina è una ragazza bellissima per gli standard di quel posto”, afferma Allen. “Ad un certo punto, un criminale locale aveva cominciato a corteggiarla e a portarla in posti dove gli altri ragazzi non avrebbero mai potuto permettersi di portarla, e a regalarle pellicce e gioielli. Lei viene sedotta da questa vita di lussi e finisce per sposarlo.
L’ancora di salvezza per Ginny si presenta sotto forma di Mickey (Justin Timberlake). Mickey è un giovane ex marinaio di bell’aspetto che durante l’estate lavora come bagnino sulla spiaggia di Coney Island mentre prepara l’esame di diploma in drammaturgia alla New York University
Allen vede Justin Timberlake come una star del cinema nello stile della vecchia Hollywood, in senso positivo. “Se fossimo negli anni ’30 o ’40 o ’50, starebbe lì accanto ai Gable e ai Bogart. Sarebbe quello il giusto ambiente per lui. Illumina lo schermo da qualsiasi parte gli punti addosso la macchina da presa. Justin ha tutto. È un attore di prima qualità ed è del tutto credibile nei panni di bagnino e di rubacuori”.
La Ruota delle Meraviglie è il secondo film di Allen realizzato con la collaborazione del celebre direttore della fotografia Vittorio Storaro, dopo Café Society. Un film così riuscito che ci fa capire che siamo tutti in balia di sentimenti come gelosia, potere, invidia, senso di colpa e rancore.