Dieci film in concorso. Cinque eventi speciali. Due corti firmati da registe. Nove titoli italiani nelle Notti Veneziane. La 22ª edizione delle Giornate degli Autori – sezione autonoma della Mostra del Cinema di Venezia apre Memory, opera prima dell’ucraina Vladlena Sandu. Una bambina guarda crollare l’Unione Sovietica dalla finestra di casa. Poi arriva la guerra in Cecenia.
Short Summer è ambientato in Russia ma realizzato da chi è fuggito. Nastia Korkia gira un’estate ferma, in una campagna dove gli adulti tacciono e la guerra non serve nominarla. Si sente lo stesso.
C’è anche un futuro, ma è un futuro disfatto. Memory of Princess Mumbi, girato in Kenya, immagina un mondo post-AI, dove il cinema si fa senza algoritmi. Il protagonista è un filmmaker che cerca storie tra le rovine. E forse ne trova una.
Tra gli italiani, La Gioia di Nicolangelo Gelormini è il più disturbante. Golino e Trinca si muovono in una Torino fredda, irreale. Un ragazzo si vende. Una professoressa si affeziona. Il finale non salva nessuno.
Da segnalare anche A Sad and Beautiful World, girato tra Libano e Stati Uniti. Cyril Aris segue due vite che si incontrano e si perdono per trent’anni, dentro e fuori le guerre. Niente eroismi. Solo resistenza.
E poi c’è Life Beyond the Pine Curtain, documentario italiano girato in Texas. La voce dello scrittore Joe R. Lansdale accompagna cinque ritratti dall’America profonda. Niente retorica. Solo vite che nessuno guarda mai.
Chiude Come ti muovi, sbagli di Gianni Di Gregorio. Una commedia su un professore in pensione e sulla figlia che gli rovina la tranquillità. Piccolo film, grande precisione. A volte basta.