Oggi, il mondo del vino è in fermento, e a guidare questa rivoluzione è un movimento che ha fatto dell’autenticità e della sperimentazione la sua bandiera: Elemento Indigeno. In prima linea per sfidare convenzioni e cambiare il modo in cui viviamo il vino, Elemento Indigeno è più di un marchio, è una vera filosofia del calice. E come ogni buona rivoluzione che si rispetti, ha un manifesto dirompente: “L’elemento indigeno è l’essenza del luogo, delle persone che lo abitano, delle culture che vi si avvicendano.” Questa essenza è l’anima del vino che propongono: vini che respirano il territorio e si presentano come spiriti liberi, senza pregiudizi, pronti a raccontarsi in ogni sorso.
Simona Alesso, Wine Category Manager per Elemento Indigeno, racconta con passione questa avventura: “Elemento Indigeno sta trasformando la percezione del vino, invitando le persone a scoprire un nuovo modo di apprezzarlo. Con il nostro catalogo – se così possiamo definirlo – WINE IS, ci siamo lanciati in un progetto che vuole rompere i soliti schemi e abbracciare il linguaggio della freschezza e della diversità.” Fresco, innovativo, e coloratissimo, WINE IS è molto più di una raccolta di etichette: è una rivista sensoriale che celebra il vino come un’esperienza, una storia, una scoperta. In ogni pagina si esplora un universo che mescola tradizione, territorio e un pizzico di audacia.
Elemento Indigeno ha deciso di cambiare le carte in tavola anche per quanto riguarda la classificazione dei vini, creando categorie che sono dei veri “personaggi” in cui ogni appassionato può riconoscersi. Scordatevi i soliti vini “bianchi,” “rossi,” “spumanti,” e “passiti”; qui entriamo nel mondo di Wine is a Rockstar, Wine is Roots e Wine is Contamination. Ogni categoria è una dichiarazione d’intenti: Wine is a Rockstar raggruppa i vini e i vignaioli anticonformisti, coloro che parlano un linguaggio unico e danno vita a etichette fuori dagli schemi, come delle vere rockstar che si presentano sul palco e catturano l’attenzione di tutti. Wine is Roots celebra i vini che affondano le radici nella tradizione, fedeli alle terre di origine, ma aperti a un pubblico curioso. E poi c’è Wine is Contamination, che rompe ogni barriera, esplorando nuove frontiere di gusto, dove il vino incontra contaminazioni inedite come i sidri e i vini chinati.
Ma non è tutto: per rendere l’esperienza di scoperta ancora più divertente e in sintonia con le abitudini moderne, Elemento Indigeno ha introdotto rubriche tematiche che parlano di momenti di consumo e situazioni di vita. Vuoi una serata pizza e amici? C’è la categoria Pizza Wines, pensata apposta per l’atmosfera conviviale del venerdì sera. O magari preferisci una mattinata rilassata con una bottiglia fresca e leggera? Ecco i Wines for Breakfast, per dare un twist inaspettato al brunch domenicale. Simona spiega: “Queste categorie aiutano a rispecchiare i gusti e le abitudini quotidiane dei nostri clienti, creando un linguaggio che non solo informa, ma diverte e ispira.”
L’immagine conta, e per questo ha fatto del catalogo WINE IS un vero oggetto di design, un’esperienza visiva prima ancora che informativa. La progettazione grafica è firmata Elisa Cusimano, con la direzione artistica di Gianluca Cannizzo (alias Mypostersucks) e testi avvincenti di Chicca Vancini. Il catalogo è un tripudio di colori, illustrazioni e parole, che non vogliono solo descrivere il vino, ma raccontarne l’anima. Le fotografie di Carlotta Vigo completano l’esperienza visiva, portando il lettore direttamente nei vigneti, tra le mani dei produttori e tra i calici.
L’obiettivo di WINE IS, racconta Simona, è quello di creare uno strumento che vada oltre la semplice catalogazione, una guida che parli direttamente ai ristoratori, ai sommelier, agli appassionati e agli enotecari. “Siamo riusciti a creare una selezione che rende facile e divertente trovare la bottiglia giusta per ogni momento, non importa se è una serata formale o una festa in casa con amici. Le nostre categorie – Wine is a Guardian, Wine is a Rematch, e Wine is Contamination – guidano i clienti senza sovrapporvisi, lasciando che ciascuno trovi il vino perfetto secondo il proprio gusto.”
Oltre il catalogo, c’è il linguaggio del vino. Qui, il gergo tecnico lascia spazio a un tono vivace, diretto e inclusivo, pensato per avvicinare anche chi si sente un po’ intimorito dall’universo enologico. “Abbiamo voluto creare un modo di raccontare il vino che fosse accessibile e interessante per tutti, che incuriosisse e spingesse alla scoperta,” spiega Simona. L’idea è quella di fare un passo verso un mondo che non ha più bisogno di essere filtrato da convenzioni rigide, ma può essere vissuto con la stessa libertà di un brindisi tra amici.
Elemento Indigeno guarda anche al futuro e alle nuove tecnologie. Il prossimo passo? WINE IS si prepara a diventare digitale, con una versione consultabile da pc e smartphone, che permetterà agli utenti di esplorare vini e storie in modo interattivo, con link diretti per l’acquisto online. Inoltre, anche i canali social si stanno preparando a diventare un’estensione di questa esperienza visiva e narrativa, per creare un dialogo costante con i follower e per portare avanti la rivoluzione del vino fuori dagli schemi.
In un panorama sempre più affollato, Elemento Indigeno emerge come un innovatore, un brand che non ha paura di sfidare le convenzioni per creare qualcosa di unico. Attraverso WINE IS e il suo linguaggio giovane, accessibile e “frizzante”, questo progetto ci ricorda che il vino è molto più di un’etichetta o di un sorso: è una storia in divenire, un’avventura che si può vivere in ogni calice. E allora, perché non brindare a questa nuova rivoluzione?