“Se Piazza di Siena la spostassero a luglio pioverebbe comunque” è la frase di un giardiniere che si occupa dell’allestimento dell’ovale dove si è disputata l’87esima edizione dello CSIO romano. L’ironia riassume forse l’unico neo di una manifestazione che riesce nonostante tutto ad essere ogni anno sempre più affascinante malgrado la pioggia battente proprio nel fine settimana non abbia dato tregua. Il concorso ippico si chiude con un fatturato di tre milioni e ottocento mila euro, con un incremento del dieci per cento in più dello scorso anno “riuscendo finalmente a sfiorare quel piccolo utile che ci eravamo prefissati” viene detto nella conferenza di chiusura di quello che, a tutti gli effetti è stato un successo. Abbiamo riassunto i dieci elementi che ci sono maggiormente rimasti impressi e che hanno reso possibile tale risultato
Galoppatoio: l’area del Galoppatoio è diventata una realtà. Nello spazio antistante Piazza delle Canestre si sono tenuti il torneo esibizione di polo e diverse gare, dei cavalli più giovani, che hanno permesso di dilatare il tempo della festa romana per tutto l’arco della settimana. Ho avuto modo di vedere le tribunette ‘abitate’ anche quando non c’erano gare a cui assistere, con gente a rilassarsi e ad attendere le competizioni. Il Presidente FISE Marco Di Paola ha detto in conferenza stampa che il prossimo anno vogliono “incrementare i posti in tribuna perché la risposta del pubblico è stata eccezionale”. Scelta apprezzabile.
Progettualità: il deus ex machina da tutti riconosciuto artefice del successo è l’Event Director Diego Nepi Molineris. A lui va il merito di quella pianificazione che spesso manca nelle manifestazioni nostrane e che, invece, è fondamentale per valorizzare il patrimonio a disposizione. Dopo la riqualificazione della Villa si prevede l’utilizzo della Casina dell’Orologio. Chapeau.
Il manto erboso (e le strutture eco sostenibili): diciamoci la verità, anche solo a guardarla in foto Piazza di Siena verde è stupenda. In tanti avevano dubbi sulla tenuta dell’erba, ma proprio il Gran Premio Rolex, disputato sotto la pioggia battente, ha dimostrato che può reggere anche condizioni negative. Inoltre, le strutture in legno davano al contesto una notevole raffinatezza. Nel complesso, affascinante.
Collegamento con l’arte: Altro fiore all’occhiello è stato l’abbinamento con le iniziative artistiche. Dallo stipulare accordi con la Galleria d’arte moderna e contemporanea, passando per il Leonardo Horse Project di Snaitech che, nel cinquecentenario della morte del genio di Vinci, ha permesso di ammirare (e di farsi selfie) quattro riproduzioni del cavallo di Leonardo create da artisti d’eccezione. Senza dimenticare le creazioni della Bottega Conticelli, tra le quali “Isabella”, coloratissimo cavallo di legno e cuoio che attirava gli sguardi di chi accedeva dalla Casina dell’Orologio.
Sito aggiornato in tempo reale: chi ‘vive’ la kermesse ha sempre potuto apprezzare lo staff dell’ufficio stampa guidato da Caterina Vagnozzi. Ma quest’anno merita la menzione il sito internet dell’evento ben elaborato e, soprattutto, aggiornato in tempo reale, che ha permesso di seguire l’andamento della Coppa delle Nazioni quando il guasto alla corrente ha fatto saltare parte delle telecamere Rai durante la diretta tv proprio nell’ultimo giro. L’importanza di un gruppo che lavora dietro le quinte è fondamentale (e tutti i volontari impegnati meritano la citazione per il lavoro fatto).
Svezia: perché, anche se in un’annata dove l’attenzione si concentra sull’accesso ai Giochi olimpici di Tokyo, con pieno merito i cavalieri delle tre corone si sono portati a casa la Coppa delle Nazioni. (Peccato in chiave azzurra il ritiro di Lucia Vizzini, determinante per la classifica che, senza l’obbligo di scarto, poteva farci ambire al podio).
Le frecce tricolori: riuscire ad abbinare la magia della pattuglia acrobatica alla meraviglia della Coppa delle nazioni non è da poco. (Ci permettiamo un piccolo dubbio sulla pausa per l’entrata del Presidente Mattarella: il cerimoniale non poteva farlo entrare 2 minuti prima o 5 dopo ed evitare di bloccare la disputa della gara durante il terzo giro?). Sempre impeccabili.
“Cenerentola”: per la prima volta Israele schierava a Roma un team in Coppa che non ha affatto sfigurato. Inoltre, domenica Daniel Bluman si è portato a casa il premio più importante, conquistando il GP. E pensare che ad inizio dell’anno la federazione della stella di Davide contava appena 21 tesserati. Una squadra di cui sentiremo parlare.
Il boss, l’amazzone (e il suo cavaliere italiano): di nome fa Jessica ed è una delle migliori amazzoni a stelle e strisce. Se poi il cognome è Springsteen e suo padre è “The Boss”, è facile che si vedano capannelli di fan a cercare un autografo o un selfie, preferendo papà (che ha dichiarato di amare la Capitale e che ci tornerà presto in concerto…) e lasciando tranquilla Jessica e il suo amore italiano, il campione in carica azzurro Lorenzo De Luca.
Avvicinamento del pubblico: Mia figlia e mia nipote (Alice e Elena) hanno chiesto di essere esonerate dalle mille attività infrasettimanali per andare a vedere i cavalli. Insieme a loro a Villa Borghese c’erano tantissimi bambini di tutte le età, con perfino tante carrozzine di neonati, a godersi lo spettacolo, guardare i cavalli e provare ad accarezzarli, (con la compiacenza dei campioni in gara e di staff pazienti e sereni, sotto l’occhio vigile di genitori in modalità relax). Ecco, proprio la scelta di aprire al pubblico, che molto spesso si è dovuto portare l’ombrello, sfidando la pioggia per vedere ‘lo spettacolo dell’equitazione’, deve restare il maggior successo ottenuto.
A tal proposito, l’organizzazione ha detto che sono stati oltre sessantacinque mila gli spettatori, dei quali il trenta per cento stranieri ed è davvero un bel segnale da tutelare: se poi si riuscisse anche a sopire l’invidia di Giove Pluvio, che sembra non voler proprio accettare la bellezza della Piazza elegantemente vestita di verde, sarebbe una gran cosa.