Da ieri, giorno in cui si festeggia il Natale di Roma, sul versante orientale del Colle Aventino, va in scena uno degli spettacoli naturali più straordinari che la Capitale può offrire: la fioritura di oltre 1100 specie di rose che sbocciano in un tripudio di profumi e colori.
Ha riaperto al pubblico il roseto Comunale. Fino al 17 giugno i romani e i turisti potranno passeggiare tra una delle più prestigiose collezioni botaniche di rose e scoprire la storia e l’evoluzione del fiore dall’antichità ai giorni nostri.
Rose rare e particolari provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante.
Ma qual è la storia del Roseto? E’ stata la Contessa Mary Gailey Senni, di origine americana ma sposa ad un conte italiano, profonda conoscitrice di botanica, che ha dato il via nel 1932 alla creazione di un roseto nella capitale, prima nel Colle Oppio, dove si trovavano già numerose piante di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. L’anno seguente l’apertura, fu istituito il “Premio Roma”, dedicato all’elezione delle migliori varietà di rose inedite.
Le rose del Colle Appio, però, purtroppo, furono distrutte durante il secondo conflitto mondiale. Solo dal 1950 il Roseto si è spostato nella splendida cornice attuale, ai piedi dell’Aventino. Qui nel terzo secolo a.C. sorgeva il tempio di Flora (Dea della fioritura delle piante agricole) e, più tardi, dal 1645 al 1934, fu anche un cimitero ebraico. In seguito allo spostamento delle tombe ebraiche al Verano, l’area rimase incolta e sembrò quindi la collocazione ideale per il nuovo roseto.
Un cartellino indica il paese di origine della rosa, l’anno in cui è stata ottenuta per la prima volta e il nome. Alcune hanno il nome romantico di un poeta (Federico Garcia Lorca), altre di scrittori (Victor Hugo e Karen Blixen), di un pittore (Botticelli), persino di un’attrice del cinema (Ornella Muti).
Ora che conoscete l’origine del giardino di Roma, non potete perdervi lo spettacolo. L’ingresso e’ libero e gratuito tutti i giorni, dalle 8.30 alle 19.30, comprese le domeniche e i festivi.