Dal 26 settembre, La Nouvelle Femme, distribuito da Wanted Cinema, porterà sul grande schermo un ritratto innovativo e umano di Maria Montessori. Diretto da Léa Todorov, il film intreccia storie di due donne, Maria Montessori e la cortigiana parigina Lili d’Alengy,. Lili decide di abbandonare Parigi per cercare aiuto per sua figlia Tina, nata con un handicap.
La donna di reca a Roma per incontrare Maria Montessori, una dottoressa che sta sviluppando un metodo educativo rivoluzionario per bambini ritenuti “deficienti”. Quello che Lili non sa è che Maria nasconde a sua volta un segreto doloroso: un figlio nato fuori dal matrimonio e tenuto nascosto per anni. Da questo incontro tra due donne così diverse nasce un percorso di crescita reciproca, che porta entrambe a riconsiderare il proprio ruolo e il proprio posto nel mondo.
Il film si concentra sul periodo in cui Montessori lavorava con bambini con disabilità cognitive, un aspetto meno noto della sua vita, ma che fu cruciale per la nascita del famoso metodo Montessori. La regista Léa Todorov ha voluto raccontare questo momento della biografia di Maria per evidenziare l’impatto della sua pedagogia sulla società contemporanea. “Volevo essere il più fedele possibile alla sua storia,” spiega Todorov, “basandomi su biografie e suoi scritti, per raccontare una donna complessa e determinata, ma anche fragile e segnata dalle sue scelte personali.”
Jasmine Trinca, che interpreta Maria Montessori, ha affrontato il ruolo con grande profondità e impegno, rivelando quanto sia stata sfidante la preparazione per questo personaggio. “Quando ho iniziato a lavorare su Maria,” racconta Trinca, “non mi sentivo subito in sintonia con lei. La trovavo fredda, quasi distaccata. Ma più entravo nella sua vita, più capivo quanto fosse una donna straordinaria. Era capace di sacrificare tutto, persino la sua maternità, per una missione più grande: dare voce ai bambini che nessuno ascoltava.”
Questa ambivalenza è stata una sfida anche emotiva per l’attrice, che ha spiegato come l’incontro con il personaggio l’abbia cambiata. “Mi ha colpito il suo coraggio,” continua Trinca, “Maria ha fatto scelte che oggi sembrerebbero inconcepibili. Ha messo da parte la sua vita personale, rinunciando a suo figlio, per dedicarsi a una causa che considerava più importante. Ma questo non significa che non soffrisse. Ho dovuto capire come rendere questa sofferenza senza che risultasse ovvia, perché Maria non era una donna che mostrava facilmente le sue emozioni.”
Il film racconta un momento cruciale della vita di Montessori, quando lavorava in un istituto per bambini con disabilità cognitive, un passaggio fondamentale per la nascita del suo celebre metodo educativo. Trinca ha raccontato che la parte più complessa del ruolo era rendere visibile la lotta interiore di Montessori, che all’epoca stava ancora sviluppando il metodo che avrebbe rivoluzionato l’educazione. “Maria vedeva nei bambini non solo dei soggetti da educare, ma persone con un potenziale infinito,” spiega Trinca. “Il suo metodo non era solo pedagogico, ma profondamente umano. Voleva restituire dignità a chi veniva considerato incapace.”
Lili è una madre che all’inizio rifiuta sua figlia per la vergogna di un handicap,” racconta la regista, “ma il suo incontro con Maria la porta a riconsiderare il concetto di maternità e a trovare la forza per accettare e amare sua figlia.” La relazione tra Lili e Maria diventa il cuore emotivo del film, mostrando due donne che, sebbene provenienti da mondi diversi, condividono il desiderio di affermarsi in un mondo dominato da uomini e pregiudizi.
La dinamica tra i due personaggi femminili è uno degli aspetti più potenti del film, e Trinca ha sottolineato quanto fosse fondamentale creare un legame autentico tra Maria e Lili. “Quello che mi ha colpito lavorando con Leïla,” racconta Trinca, “è stata la sua capacità di portare sullo schermo una Lili fragile ma al tempo stesso fortissima. È stato un viaggio emozionante scoprire insieme come queste due donne, così diverse, trovino conforto e forza l’una nell’altra.”
Il film solleva domande che restano di grande attualità: come la società considera la disabilità e quanto sia inclusiva? Todorov, ispirata dalla sua esperienza di madre di una bambina con bisogni speciali, ha voluto affrontare questi temi in modo diretto. “Quando è nata mia figlia, mi sono resa conto di quanto poco sappiamo della disabilità,” ha detto la regista, “e volevo che questo film riflettesse il coraggio e la forza di chi vive con queste sfide.”