Debutta in prima nazionale al Teatro Brancaccio, all’interno della rassegna Futuro Festival, lo spettacolo di natura multidisciplinare “Crolli”, nato da un’idea della coreografa Alessia Gatta della [Ritmi Sotterranei] contemporary dance company. Tratto dall’omonimo libro di Marco Belpoliti.
In un tempo sospeso un viaggiatore abita un territorio dalle anonime origini, un rifugio immaginario che diviene luogo per la sopravvivenza. In un intimo flusso di coscienza, si interroga sulla natura del suo sentire con la mente e con il corpo, si rivolge ad un’indefinita interlocutrice, mostrandosi onnisciente sugli avvenimenti passati, presenti, futuri… In questa storia ogni evento è inatteso e contemporaneamente atteso. Dalla profonda riflessione suggeritale dall’omonimo libro di Marco Belpoliti, Alessia Gatta firma la regia e la coreografia di “Crolli”, un’indagine che, partendo da un’interpretazione in chiave metaforica di avvenimenti storici a cavallo tra due secoli (quali la caduta del muro di Berlino e l’abbattimento delle Torri Gemelle) racconta la storia di un’identità, permettendo che esperienza collettiva ed esperienza personale entrino in dialogo.
In scena 12 danzatori professionisti che, grazie a specifiche peculiarità tecniche ed interpretative, utilizzano differenti vocabolari corporei per movimenti rappresentativi nell’ottica del physical theatre con contaminazioni dal mondo urban. La drammaturgia permette l’espressività dei corpi umani che, diventando campi di battaglia, si intrecciano e si allontanano in un continuo vortice
Il progetto vede anche la partecipazione speciale dell’attore Giacomo Ferrara, giovane rivelazione dell’anno conferitogli ai Nastri d’Argento 2017 e noto per il personaggio di “Spadino” nella serie Netflix “Suburra”. Dà voce, grazie ai visionari testi di Hube – Marco Ubertini (riadattati teatralmente da Eleonora di Fortunato) al personaggio archetipico del viaggiatore che, immerso in un’ambigua solitudine, riflette, dissertando e rivelando, sull’infinito concetto di libertà. Tante voci raccontano la stessa storia per mezzo dell’interrelazione tra le arti, le quali comunicano reciprocamente non solo attraverso lo scambio fisico, ma soprattutto energetico.
La fusione tra linguaggi contemporanei vede in “Crolli” la collaborazione artistica della band Mokadelic (nota al grande pubblico per aver composto le colonne sonore di “Gomorra”, “Sulla mia pelle” e “Romulus”) che ne cura il disegno sonoro inedito, consentendo attraverso sinfonie fatte di sonorità dense, distorsioni melodiche, suggestioni post-rock, neopsichedeliche, ambient/elettroniche, la creazione di un’atmosfera rarefatta e a tratti malinconica.
Non da ultimi, la partecipazione del rapper WhiteBoy e dell’artista Viola Pantano – anche interprete e performer dello spettacolo che ha realizzato gli elementi scenici scultorei. Distese aride, città abbandonate, panorami devastati dal tempo e da un silenzio che fa rumore, abiti sbiaditi e impolverati, kit di sopravvivenza concorrono alla composizione di immagini distopiche di catastrofe e disastro appartenenti a una struttura cronologicamente asimmetrica, frutto anche di un fascino per l’ambiziosa serie televisiva tedesca “Dark”.
Lo spettacolo si presenta in linea con la ricerca più ampia, portata avanti sin dalla sua formazione nel 2000 della [Ritmi Sotterranei] contemporary dance company su pensiero/ corpo/ spazio. La filosofia identificativa della compagnia ha sempre posto l’attenzione sulla materia, sul suo essere plasmabile in forme che ritornano – il quadrato, il cubo -, la sua relazione con l’ambiente. Ecco che “Crolli” mette in scena il ferro: il materiale che, proveniente dalla natura, è il più largamente trasformato e impiegato dall’uomo.
Scrive Belpoliti: “Viviamo un «tempo penultimo»: una fine che non finisce di finire” e la coreografa Gatta sembra essere animata dalla volontà e dal desiderio di acuire il nostro sguardo verso la società che abitiamo. Come nel libro, fondamentale è la fiducia riposta nel ruolo dell’arte e nella vitalità artistica degli ultimi anni per la capacità di questa di cogliere lo spirito dei tempi “perché un’idea non muore, un’idea non crolla” (Hube). Inoltre è ritenuto prezioso lo spazio per la riflessione ermeneutica: si forniscono strumenti e suggestioni per la nascita di un pensiero personale, cercando di evitare interpretazioni precostituite.