Coproduzione italo-marocchina, “Burraco fatale” segna il ritorno al cinema di Giuliana Gamba a trentuno anni da La cintura, adattamento di un testo teatrale di Alberto Moravia. Scritto insieme a Francesco Ranieri Martinotti, narra la storia di quattro amiche, Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Donatella Finocchiaro, Caterina Guzzanti, molto diverse ma unite dal burraco, un gioco e cui origini, si dice, siano sudamericane.
Negli anni 80, quando è arrivato in Italia, il gioco circolava negli ambienti della politica, della cultura e dello spettacolo: erano burrachisti Luciano Pavarotti, Sandra Mondaini, Giulio Andreotti. Anche Letizia Moratti e Carlo Azeglio Ciampi. Ora è una passione trasversale, che riguarda soprattutto le donne. Le giocatrici sono il 68%, ma aumentano i giovani e anche gli uomini.
La protagonista intorno alla quale ruota l’intera vicenda è Claudia Gerini, insegnante di violoncello tradita dal marito Pino Quartullo. Non soprende quindi che si innamori di chi la fa sentire al centro del mondo. Nel film è un pescatore marocchino, che non è quello che sembra. Un personaggio che permette alla regista di trattare anche tematiche attuali, come ad esempio la questione delle seconde generazioni e i pregiudizi sul diverso. Il film è stato girato ad Anzio perché a Pesaro, dove la regista avrebbe voluto girare, non esiste una Film Commission locale. .“Mi piaceva l’idea di mettere queste signore borghesi di provincia ad affrontare la globalizzazione, l’emigrazione, il confronto con culture diverse”.Parte delle riprese sono state realizzate in Marocco, a Marrakech
Caterina Guzzanti è una vedova che vive con la suocera Loretta Goggi, Anna Finocchiaro interpreta il ruolo della classica casalinga , custode del focolaio domestico mentre Paola Minaccioni è un notaio con il vizio del gioco d’azzardo.
Nelle sale dal 1° ottobre, il film celebra la forza di donne che non vogliono darsi per vinte e attendono la carta giusta per avere una seconda opportunità. Hanno tutte alle loro spalle un vissuto di rimpianti e occasioni perse ma un torneo di burraco diventa l’occasione di rivalsa, anche se questo non significa necessariamente trovare il principe azzurro.
I dialoghi a volte risultano un po’ artefatti ma non tolgono forza ad un film che riesce a restituire un universo femminile sfaccetato. “Sono da sempre interessata al tema della indipendenza femminile e convinta che le donne hanno tutte le carte per ribellarsi ad una quotidianità spesso scandita da doveri e obblighi”, conclude Giuliana Gambia.