“La befana vien di notte“, il film diretto da Michele Soavi, è una vera sorpresa positiva, non solo per il “distacco” del regista dal genere horror con cui si è fatto conoscere nel mondo della celluloide (film d’azione invece per la tv) ma per il gradito ritorno del nostro cinema ai film di genere, in questo caso quello del fantastico: qui in un “romanzo di formazione”, come possiamo definire questo film.
Ben scritto da Nicola Guaglianone (“Lo chiamavano Jeeg Robot“, “Indivisibili“, “In viaggio con Adele“), racconta la storia di Paola (la sempre più brava Paola Cortellesi), maestra di scuola elementare con un segreto da nascondere: bella e giovane di giorno, di notte si trasforma nell’eterna e leggendaria Befana! L’anziana signora, originaria di Palestrina, alle porte di Roma, deve però fare i conti con un bizzarro produttore di giocattoli, più ignorante che crudele (allergico alle buone maniere e alla consecutio temporum), Mr. Johnny (il coinvolgente Stefano Fresi) che ha un conto da saldare con Paola che, vent’anni prima, causa un cagnolino che durante una visita le ha strappato un pezzetto del suo taccuino, non ha potuto lasciargli i regali, rovinandogli così l’infanzia. Per la prima volta nella sua c inquecentesca storia la Befana manca così una consegna!
A ridosso dell’Epifania, il produttore la fa rapire, ma uno degli allievi della maestra-Befana fotografa però con il suo cellulare la scena: scopre così la sua la doppia identità della maestra. Lui e altri cinque compagni di classe decidono allora di liberarla, affrontando, a bordo delle loro biciclette, una straordinaria avventura che li cambierà per sempre.
Ottima risulta l’idea di dare comunque alla Befana un volto, un carattere nuovo, più moderno: può finalmente aspirare ad avere una vita privata e dimostra di possedere finalmente anche un cuore sensibile, capace di innamorarsi di un uomo, pur se, naturalmente, le risulta difficile rivelarsi a lui totalmente! Ma si sa, il vero amore appiattisce anche le montagne e supera gli stereotipi!
E’ una Befana davvero particolare: tende a rimarcare di non essere assolutamente la compagna di Babbo Natale, anzi ne è la prima denigratice, perché per lei è un maschilista: lui viaggia in una comoda slitta trainata da renne, con addosso un elegante costume ed è testimonial di una famosissima bevanda, lei invece ha solo degli stracci, delle carpe bucate davanti, per cui i piedi sono soggetti a congelarsi durante i suoi voli e non le è mai stata fatta la benché minima offerta pubblicitaria, neanche di un lassativo!
Per diventare Befana, la Cortellesi (leggi qui la nostra intervista) si è sottoposta ad un make-up di quasi 5 ore, ma il risultato è ben riuscito perché le permette anche di dar sfoggia della sua bravura anche espressiva con riuscitissime espressioni del viso.
Questo film fantasy con venature horror (del resto congeniali al background del regista!, come detto sopra) ha molteplici elementi dei classici film per ragazzi degli anni ’80 (“The Goonies“, “ET-L’extraterrestre“, “Gremlins“, ed altri), e trasmette un grande senso dell’avventura grazie ad un riuscito connubio tra un riuscito uso degli effetti speciali e uno “spirito americano” contaminato dalla nostra cultura popolare. “La Befana vien di notte” potrebbe diventare un classico dell’infanzia per i bambini di oggi.