La dimensione sensoriale del cibo è cultura, quell’insieme di modelli, pratiche e concezioni trasmesse e condivise socialmente, che accomunano individui, e collettività. I gusti tracciano frontiere, sanciscono esclusioni, definiscono appartenenze e consentono, all’interno di ciascun gruppo, di discriminare, distinguere e gerarchizzare. E se da un lato oggi si moltiplicano i prodotti standardizzati, che sembrano condurre a una semplificazione dei gusti, dall’altro si recuperano ‘tradizioni’ e cucine locali, come forme di memoria collettiva, di rapporto col territorio. Non stupisce quindi la grande affluenza di pubblico che ha decretato il successo della settimana edizione di Taste of Rome, un festival di 4 giorni che si è svolto all’Auditorium della Musica dal 20 al 23 settembre 2018.
Venti fuoriclasse della cucina italiana hanno preparato complessivamente settantadue portate e si sono esibiti in showcooking, degustazioni e cocktail Academy. Tra gli altri Angelo Troiani di Acquolina, Francesco Apreda di Imago, Giulio Terrinoni di Per me e il mito Heinz Beck della Pergola. Notevoli Bistrot 64 con il suo chef, Notaro Noda, che ha stupito il pubblico con una cucina stellata che si è distinta per i suoi piatti inediti e squisiti a un costo accessibile e la pescheria Meglio Fresco, tempio del pesce di alta qualità, che ha proposto ostriche accuratamente selezionate tra le più pregiate del mondo.
Qui l’intervista di Paola Medori allo Chef Franco Madama, firma del ristorante Magnolia, al Grand Hotel Via Veneto
https://youtu.be/B7w68qJv3qk
Le preparazioni degli chef sono state accompagnate dai vini della celebre enoteca Trimani, da sempre punto di riferimento per gli esperti di vino della Capitale. Grande successo anche per la gelateria Gunther che produce un gelato di altissima qualità, preparato con acqua delle sorgenti dell’Alto Adige e ingredienti naturali selezionati con grande cura.
I celebri chef presenti alla manifestazione sono entrati in contatto diretto con il pubblico in un clima conviviale e informale, spiegando le portate dei loro menù e le tecniche di preparazione, soffermandosi a fare fotografie con i loro estimatori. Ogni chef ha inserito nel proprio menù un piatto d’autore ispirato a un’opera d’arte, simbolo della propria idea di evoluzione gastronomica, esaltando così il cibo come valore culturale, sociale e estetico.
Qui l’intervista di Paola Medori alla chef stellata Cristina Bowerman, Presidente dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto
Taste of Roma, festa del cibo eccellente è stata anche un’occasione di incontro tra gli operatori della gastronomia e si è confermato anche per il 2018 un appuntamento irrinunciabile per gli amanti dell’alta cucina. Appuntamento allora per il 2019 per tornare ad apprezzare l’abilita e la creatività dei più famosi chef della Capitale.