“Chi sta dalla parte giusta non perde mai. Chi ha scelto di sfidare a viso aperto la mafia la testa non la chinerà mai. Perché sulla bilancia alla sera ci si sale da soli, con la propria coscienza, ed è a lei che si risponde.”
Questo libro lo scrive una donna ma non è un testo per sole donne: è rivolto a tutti coloro che credono che si possa avere giustizia, è un incoraggiamento a rompere il muro di omertà che circonda i criminali e a denunciare quello che si vede, costi quel che costi, per dare un futuro migliore ai propri figli e a quelli degli altri, insegnandogli la via della legalità.
L’autrice è Federica Angeli, cronista di nera per “Repubblica”: le sue inchieste hanno posto fine ai più svariati crimini che vanno dagli atti di pestaggi e nonnismo compiuti dai NOCS in una caserma di Spinaceto (Roma) fino all’ultima che ha segnato, il 25 gennaio 2018, la fine dell’impero degli Spada, famiglia mafiosa che ha gestito uno dei quartieri più popolosi dell’urbe dal 2011 ad oggi.
Il suo ultimo libro “A mano disarmata” è la cronaca dei 1700 giorni vissuti sotto scorta per le minacce ricevute dal Clan Spada (“se scrivi ti sparo in testa”) durante la sua inchiesta sulle infiltrazioni mafiose sul litorale di Ostia e sul business delle concessioni demaniali, 1700 giorni in cui hanno provato in vari modi a fermare questa coraggiosa cronista infamandola, minacciando lei e i suoi bambini, insultandola, usandole una violenza psicologica forte, incessante, senza tregua. Ma Federica va avanti, convivendo con la paura anzi, come scrive nella lettera data ai figli il giorno prima di recarsi in tribunale per testimoniare contro Armando Spada, “quella paura l’ho seppellita tanto tempo fa. L’ho fatto per voi. A voi dovevo restituire il coraggio di una scelta, la sicurezza di aver imboccato la strada giusta”. Perché lei crede nella legalità “e a un certo punto bisogna scegliere da che parte stare”, a testa alta e a mano disarmata.
Federica Angeli, “A mano disarmata” ed. Baldini & Castoldi, dal 3 maggio in libreria.